Workaway nell’Europa dell’Est e in Italia: Stefania e Daniele ci raccontano la loro esperienza dandoci anche consigli utili.
Stefania e Daniele hanno rispettivamente 31 e 36 anni, l’anno scorso hanno deciso di intraprendere un viaggio meraviglioso alla scoperta di Paesi al di fuori delle normali rotte turistiche: Slovenia, Croazia, Ungheria e Repubblica Ceca e del nostro Bel Paese. Per poter realizzare questo loro viaggio si sono appoggiati a Workaway per contattare delle realtà che li potessero ospitare in cambio della loro forza lavoro.
Workaway è una piattaforma online dove si crea il proprio profilo e dove si possono cercare offerte di lavoro in cambio di vitto e alloggio. Non è solo un modo per viaggiare low cost, è anche un modo per vivere like a local, come uno del posto, per immergersi completamente nella cultura di chi ti ospita e per conoscere un sacco di persone like-minded, ovvero con la stessa mentalità. Non nego che sarebbe un’esperienza che mi piacerebbe fare prima o poi, ma leggiamo direttamente da Stefania e Daniele il racconto della loro esperienza.
Workaway può essere utilizzato anche per ospitare una ragazza alla pari o partire come ragazza alla pari come ho spiegato negli articoli dedicati.
Cosa vi ha spinto a partire con Workaway?
D.: Personalmente ero stufo di fare tutti i giorni le solite cose e sentivo il bisogno di fare nuove esperienze, conoscendo nuove persone e vedendo nuovi posti.
S.: Durante i miei viaggi passati ho preferito affidarmi solo ed esclusivamente a me stessa, nel senso che mi sono sempre arrangiata a cercare nuovi contatti nei Paesi che ho visitato. Lo scorso anno però, ho voluto provare Workaway, in parte spinta dalla curiosità dopo aver letto le recensioni e le storie di chi già lo aveva utilizzato, e in parte anche perché volevo cercare di fare esperienze diverse, legate ad un maggiore contatto con la natura.
Qual è stato l’aspetto che più vi è piaciuto di questa esperienza?
D.: Ho trovato molto interessante mettermi in gioco per il bene comune, la convivenza tra diverse etnie, diverse lingue, fasce d’età e soprattutto diversi modi di vivere.
S.: La cosa che più mi ha colpito è stata la facilità con cui dei perfetti sconosciuti riescono a diventare in breve tempo una grande e solida famiglia, in grado di aiutarsi durante tutte le fasi della giornata, sia nei momenti di lavoro, sia in quelli di svago. Inoltre ho apprezzato molto lo scambio culturale che inevitabilmente si viene a creare: mischiare tradizioni, cibi e usanze diverse tra loro crea una ricchezza che non si può descrivere a parole.
Avete incontrato delle difficoltà? Se si, quali?
D.: Inizialmente l’unico scoglio per me è stata la lingua per comunicare con gli altri ragazzi. Il mio livello d’inglese iniziale era abbastanza scarso e per questo mi sentivo limitato. Ma poi, spinto dalla necessita, ho iniziato a sciogliermi e a lanciarmi senza paura, condividendo con tutti molto più di quanto avrei pensato.
S.: Personalmente non sono mai stata brava con i saluti. Durante i miei viaggi e i miei periodi all’estero ho conosciuto molte persone che, per un motivo o per l’altro, sono entrate a far parte della mia vita e con le quali, ho instaurato un bellissimo rapporto. Ma si sa che prima o poi, durante un viaggio arriva il momento dei saluti. Ed è questa per me la parte più difficile, nonché quella che più mi mette in crisi.
E così lo scorso anno mi sono trovata a dover salutare persone con le quali ero molto legata e che consideravo come dei fratelli. Ma per fortuna, nell’era della tecnologia diventa più facile tenersi in contatto e quindi la tristezza iniziale viene piano piano colmata da alcuni messaggi e fotografie per tenersi aggiornati il più possibile.
Quali competenze avete acquisito a livello personale e/o professionale?
D.: Il caldo quasi soffocante della Sicilia, il freddo gelato dell’inverno Sloveno, la freschezza delle acque Croate assieme a fattori umani trai i tanti la paura, l’eccitazione ed amore hanno magicamente rigenerato la mia mente ormai abituata alla normalità. Non ho una lista di competenze acquisite, non so dire cosa ho imparato o meno ma so solo che, una volta tornato a casa, ho ripreso a fare le cose che facevo prima di partite con un atteggiamento diverso, rivolto alla novità e al cambiamento.
S.: Viaggiare ti permette di metterti in discussione in tutto e per tutto. Ti fa capire che posto piccolo occupi nel mondo e ti rende anche consapevole del fatto che ad ogni problema sei in grado di trovare una soluzione. Da quando ho iniziato a fare esperienze all’estero ho scoperto una consapevolezza di me e delle mie capacità che non credevo di avere. Ho imparato ad essere curiosa nei confronti del mondo e di ciò che mi circonda.
Lo scorso anno ho inoltre scoperto un grande amore per il mondo dell’agricoltura, tanto che una volta tornata a casa, con Daniele abbiamo deciso di mettere in pratica tutto ciò che abbiamo imparato in Slovenia e abbiamo preso in affitto un piccolo pezzo di terra per coltivare le nostre verdure. Devo ammettere che abbiamo fatto un gran bel lavoro.
Quali raccomandazioni dareste a chi volesse fare un’esperienza con Workaway?
D.: Potresti ritrovarti accanto a persone viste solo in fotografia ad osservare un tramonto dove i colori del mare, del cielo e del sole, si stanno per fondere in un unico ed equivocabile colore. Stanco e spossato, la tua mente sta cedendo al sonno ma non sai più come si dica buona notte nella tua lingua, e in quel momento, al crepuscolo osservi un cane che sembra ti stia parlando. Potresti svegliarti capendo di stare solo sognando oppure, senza tanti se e ma, puoi darti l’occasione di viverlo.
S.: Mi sento di consigliare di vivere tutto con estrema libertà e spensieratezza, di non partire con troppi preconcetti e di vedere il mondo con occhi diversi e curiosi rispetto a tutto ciò che si incontra sul proprio cammino. Il bello di Workaway infine, è che ci sarà sempre qualcuno pronto ad insegnarci cose nuove, lavori diversi da quelli che siamo abituati a svolgere a casa e lo farà con estrema pazienza e dedizione, cosa che spesso non accade nel mondo del lavoro con il quale solitamente ci scontriamo.
C’è qualcos’altro che vorreste raccontarci di questa esperienza?
Vorremmo sottolineare che, l’esperienza da noi fatta con Workaway non si è limitata solo a vivere a contatto con queste bizzarre famiglie nate dal nulla, ma ci siamo ritrovati ad esplorare luoghi che deviano dai classici canoni turistici, permettendoci di coglierne le diverse sfumature. Si tende sempre ad uscire dal proprio Paese d’origine ma noi, ci siamo presi il tempo per visitarlo in ogni angolo. Abbiamo sentito dialetti cambiare chilometro dopo chilometro, abbiamo assaporato i mille volti dell’accoglienza, rendendoci conto e diventando più consapevoli del Paese in cui viviamo, nel bene e nel male.
Se volete seguire le avventure di Stefania e Daniele li trovate su Instagram!
Avete mai utilizzato Workaway o piattaforme simili? Qual è stata la vostra esperienza?