Viaggiare con bambini piccoli preoccupa molti neogenitori, soprattutto se magari non viaggiavano tantissimo anche prima di ampliare la famiglia. I dubbi sono tanti, le opinioni non richieste da amici e parenti ancora di più e magari la paura più grande è proprio quella di non riuscire a godersi il viaggio in presenza di bambini. Ma i bambini in viaggio non devono essere visti come un limite: sono una risorsa, un modo diverso di vivere il viaggio. Ma vediamo quali sono i 5 errori da evitare quando si viaggia con bambini piccoli.
1. Aspettarsi che tutto fili liscio (spoiler: non succede mai)
Una delle illusioni più comuni dei neogenitori viaggiatori è pensare che l’organizzazione perfetta garantirà un viaggio perfetto. Lo capiamo bene: avete prenotato con cura, avete seguito blog, avete creato un itinerario dettagliato. Ma con i bambini piccoli – soprattutto sotto i 3 anni – la realtà è un po’ diversa. Ci sono risvegli notturni in hotel, pannolini da cambiare nel momento meno opportuno (tipo sulla soglia di un negozio chiuso ad Atene per un’emergenza cacca), capricci improvvisi proprio davanti ad un monumento o in mezzo a una fila. E sapete una cosa? È normale.
La verità è che viaggiare con bambini piccoli richiede una certa flessibilità mentale: più che seguire il programma, si tratta di viverlo “a modo loro”. La cosa bella è che spesso le cose più memorabili succedono proprio quando lasciate spazio all’imprevisto. Una corsa in spiaggia al tramonto, una risata durante un cambio improvvisato, o quell’attimo in cui vi rendete conto che, nonostante tutto, ce la state facendo. E il viaggio sta funzionando, solo in modo diverso da come l’avevate immaginato.
2. Portare troppa roba (e dimenticare l’essenziale)
Quante volte avete visto famiglie con passeggini carichi come muli da trekking? O siete voi quella famiglia, con trolley, zaini, borse frigo e buste appese ovunque? Quando si viaggia con bambini piccoli, il desiderio di “portare tutto, per ogni evenienza” è comprensibile e devo dire che più volte mi sono trovata in difficoltà nel preparare la valigia di Sofia. Spesso mi è capitato di esagerare, portando decisamente troppa roba.
Ma sapete qual è il paradosso? Proprio in mezzo a tutta quella roba, magari si dimentica a casa la cosa che serviva davvero: il cambio asciutto a portata di mano, le salviette, o il pupazzo preferito. Il trucco è capire cosa è davvero essenziale: comfort, igiene, alimentazione, intrattenimento. Il resto – nella maggior parte dei casi – puoi trovarlo anche a destinazione. O improvvisare.
Crea una checklist minimal ma mirata per ogni tipo di viaggio che di solito fa la tua famiglia: treno, auto, aereo, montagna o mare. E metti in cima alla lista ciò che rende il tuo bimbo sereno: una copertina con l’odore di casa, un libro morbido, il ciuccio “di scorta”. Più viaggerete, più capirete che viaggiare leggeri è un regalo anche per voi.

3. Non rispettare i ritmi del bambino
Un altro errore diffuso è voler forzare i ritmi del viaggio su quelli di un adulto. Capita spesso: “dai, facciamo ancora questa visita!”, oppure “mangiamo più tardi, tanto il bimbo dorme nel passeggino”, o ancora “saltiamo il riposino, altrimenti salta anche la cena”. Ma i bambini piccoli, soprattutto sotto i 3 anni, hanno bisogni fisiologici e cognitivi molto precisi: dormire bene, mangiare ad orari regolari, muoversi, esplorare… e avere momenti di calma. Quando questi bisogni vengono ignorati, il risultato è quasi sempre lo stesso: crisi di pianto, nervosismo, rifiuto del sonno e genitori sfiniti.
Il segreto sta nel costruire il viaggio attorno al bambino, non viceversa. Pianificate meno tappe, scegliete mete con parchi giochi, spazi verdi e prevedete dei momenti per il gioco libero. Se il vostro bimbo fa il pisolino alle 13:00, considerate quel momento sacro come una visita al Louvre. E se un giorno non riuscite a vedere tutto ciò che avevate in programma, ricordate: non siete lì per “spuntare attrazioni su una lista”, ma per vivere momenti in famiglia. E se siete in una meta che lo permette, noleggiate un’auto. Vi darà molta più libertà rispetto all’utilizzare i mezzi pubblici. Noi di solito utilizziamo:
4. Pensare che viaggiare con bambini piccoli sia impossibile
Molti neogenitori vivono i primi mesi con un misto di meraviglia e sfinimento. L’idea di aggiungere un viaggio a questa routine già intensa può sembrare folle. E in effetti, ci vuole un po’ di coraggio. C’è la paura del giudizio altrui (soprattutto in aereo), l’ansia da imprevisto, la convinzione che “tanto non se lo ricorderanno”. Ma sapete qual è la verità? Viaggiare con bambini piccoli è assolutamente possibile, solo che va affrontato con una mentalità diversa. Non state facendo un viaggio da turista, state creando una micro-avventura di famiglia.
Anche se il vostro bambino non ricorderà le Dolomiti o il tramonto su una spiaggia greca, ricorderà il suono della vostra voce mentre gli raccontavate una storia sotto un altro cielo, il vostro sorriso durante un giro in barca, la serenità che solo certi paesaggi regalano. E voi? Voi ricorderete tutto. Perché ogni viaggio con loro vi cambia, vi insegna, vi fa crescere. Non aspettate che crescano per viaggiare. Viaggiate con loro, e crescete insieme a loro.
5. Voler fare tutto da soli
Ultimo, ma non meno importante: il senso del dovere che si trasforma in sovraccarico. Molti genitori (spesso le mamme, ma non solo) cadono nella trappola del “faccio io, così viene meglio”, oppure “non voglio disturbare gli altri”. E così ci si ritrova a gestire valigie, pasti, sonni, itinerari, pianti… tutto da soli. Ma viaggiare in famiglia è – o dovrebbe essere – un gioco di squadra. E se c’è un momento in cui chiedere aiuto è fondamentale, è proprio quando si è fuori casa.
Chiedere aiuto non è egoismo, è sopravvivenza. Scegliere una struttura con baby club per avere anche solo mezz’ora di silenzio non è “delegare il vostro ruolo”, è volersi bene anche se poi magari il vostro bimbo al baby club nemmeno ci va. E quando qualcuno offre aiuto – anche una nonna in viaggio con voi o un membro dello staff al ristorante (com’è successo a noi a Kos) – accettalo con gratitudine. Un genitore sereno fa un viaggio sereno. E un viaggio sereno… è il più bel regalo che possiate farvi, tutti insieme.
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