Trasferirsi in Australia: Claudia ci racconta la sua decisione, com’è la sua vita Down Under, com’è crescere dei figli in Australia, ma ci dà anche qualche informazione pratica utile da conoscere se si vuole fare questo passo!
Era da un po’ che non pubblicavo interviste nella rubrica Vivere all’estero, ma sono contenta di ricominciare a farlo perché vedo che vi interessano e che vi sono utili. Oggi andiamo in un posto lontano insieme a Claudia, autrice del blog Diario dal Mondo, che ci racconta com’è giunta a questa decisione e i pro e i contro della sua scelta.
Claudia si è trasferita in Australia nel giugno 2011, ma prima aveva fatto altre esperienze all’estero. Questa è un po’ una costante di chi si trasferisce all’estero, fa prima delle esperienze di studio o di lavoro e poi decide di trasferire la propria vita in un altro Paese. Credetemi quando vi dico che è una scelta coraggiosa e non è da tutti, e non lo dico perché anch’io sono stata expat (anche se ‘solo’ in Inghilterra), ma perché ci sono delle difficoltà e dei disagi non da poco nell’essere lontani dai propri affetti e dalla propria cultura. Certo, è una scelta, ma questo non significa che sia semplice.
Ma bando alle ciance, sentiamo cosa ci racconta Claudia.
Intervista a Claudia di Diario dal Mondo: trasferirsi in Australia
Trasferirsi in Australia, cosa ti ha spinto a fare questa scelta di vita e perché hai scelto proprio l’Australia e più nello specifico Adelaide?
In breve, mi sono trasferita in Australia perchè mio marito è australiano. Ci siamo conosciuti ancora giovani durante l’Erasmus in Francia e da allora abbiamo fatto avanti e indietro tra Australia e Italia finchè non ho finito i miei studi in Italia e ho deciso di raggiungerlo in Australia con un biglietto di sola andata. Mio marito è originario di Adelaide, quindi inizialmente – e dopo precedenti brevi soggiorni in questa città – mi sono trasferita qui e per circa un anno e mezzo abbiamo abitato a Adelaide.
Ma nel 2012, dopo esser stata accettata in un dottorato di ricerca all’University of Sydney, ci siamo trasferiti a Sydney, dove abbiamo vissuto per 9 anni. Sydney è una città incredibile che amo profondamente: è una città stupenda, piena di cose da fare e da vedere, ma è anche una città molto cara e affollata (per gli standard australiani).
Così a fine 2020 abbiamo deciso di fare ritorno a Adelaide, dove nostro figlio sarebbe potuto crescere con la famiglia di mio marito intorno e dove – speravamo – saremmo riusciti a vivere una vita qualitativamente migliore. Adelaide, infatti, è molto più a misura d’uomo, è una grossa cittadina circordanta dalla campagna e per le famiglie è perfetta!
Di cosa ti occupi?
Attualmente lavoro in amministrazione per la Flinders University, una delle tre università di Adelaide. Prima ho lavorato per quasi 4 anni per Medici Senza Frontiere nella sede di Sydney.
Qual è l’aspetto che ti piace di più del vivere in Australia?
Sicuramente la possibilità di conoscere un nuovo paese e una nuova cultura. Amo viaggiare e scoprire posti nuovi, ma è ovvio che una breve vacanza non è sufficiente per poter conoscere a fondo un certo luogo. Vivere all’estero permette di fare tutto questo, oltre che a mettere in gioco noi stessi, confrontandosi con una cultura diversa che ha i propri valori, usi e costumi. Vivere in una realtà multiculturale come è l’Australia mi ha permesso poi di incontrare un vero melting pot di culture senza neanche dover lasciare il mio quartiere!
E quello che ti piace di meno?
Sicuramente la lontananza dalla propria famiglia e dal proprio luogo di nascita. La vita in Australia non è poi così dissimile dall’Italia: sono entrambi paesi del primo mondo dove la vita è comoda e facile senza troppi sforzi. Ma ci sono senza dubbio alcune usanze locali che, almeno inizialmente, ho fatto fatica a comprendere e ad accettare, ma visto che ormai vivo qui da oltre un decennio, ormai ho più problemi a ri-abituarmi al modo di vivere in Italia quando rientro per le vacanze!
Cosa ti manca dell’Italia?
Scontato ma sempre vero, gli affetti sono senza dubbio quello che mi manca di più dell’Italia. Secondo, mi manca la varietà di cultura, tradizioni e storia che abbiamo in Italia. Prendi un qualsiasi punto della nostra penisola, e spostati di un’ora, due o tre: ti ritroverai in un luogo molto diverso con un proprio dialetto, dei propri piatti tipici, una propria architettura e storia. Qui in Australia, paese molto giovane da questo punto di vista, non c’è assolutamente questa eterogeità e ricchezza e questo sicuramente mi manca molto.
Hai incontrato delle difficoltà? Se sì, quali?
Devo ammettere che avendo un marito australiano ed essendomi trasferita in Australia dopo diversi soggiorni quaggiù, non ho avuto grosse difficoltà. Ma ovviamente ci sono per forza di cose differenze tra i due stili di vita, diverse abitudini e usanze da imparare, alcune che magari facciamo fatica ad accettare. Per me forse la cosa più difficile a cui mi sono dovuta abituare è il diverso concetto di relazione che hanno gli australiani. Superficialmente sono un popolo molto socievole ed amichevole, che ha fatto della “mateship” uno dei suoi valori chiave. Ma sotto sotto trovo che i rapporti personali – soprattutto quelli in famiglia di origine britannica – siano piuttosto freddi e “leggeri” dal mio punto di vista.
Com’è crescere dei figli ed avere una famiglia in Australia?
Molto bello e molto facile sotto molti punti di vista. L’Australia è un paese molto kid-friendly e presta molta attenzione alle esigenze dei bambini e delle famiglie. Dal punto di vista pratico, ad esempio, muoversi in autonomia con passeggino e carrozzina sui mezzi pubblici è una passeggiata, praticamente ovunque ci sono fasciatoi per cambiare bambini e stanze apposta dove allattare, oltre ad angoli gioco in molti luoghi pubblici per intrattenere i più piccoli mentre i grandi sbrigano le proprie pratiche – ma anche in molti bar e ristoranti.
Per quanto riguarda l’intrattenimento, dai parco giochi alle classi per bambini, ne troverete per ogni età, gusto e portafoglio. L’Australia strizza molto l’occhio alle famiglie ed è molto facile qui vivere la quotidianità – ma anche la straordinarietà – con i più piccoli al seguito, senza necessariamente scendere a compromessi.
Dall’altro lato della medaglia si trova invece l’unico aspetto negativo che finora ho riscontrato del crescere figli in Australia, ovvero il sistema scolastico. In particolare, il sistema di childcare per bambini in età prescolare è molto proibitivo dal punto di vista economico, con tariffe giornaliere che si aggirano intorno ai 100$ (75 euro) ma che possono arrivare tranquillamente anche a 130$ (96 euro). Il governo fornisce assistenza parziale in base al reddito della famiglia, ma mandare i propri figli al child care, soprattutto se se si ha più di un figlio, non è purtroppo un’opzione per tutti.
E quando i bimbi crescono un po’ e vanno a scuola si pone il problema di quale scuola: perché se da un lato si trovano scuole pubbliche che sono legate a un determinato bacino di utenza, dall’altro si trovano le moltissime scuole private che mirano ad offrire una qualità di educazione più alta. Scegliere tra pubblico e privato – dalle elementari fino alla maturità – è sicuramente una delle scelte più importanti che i genitori devono prendere. Personalmente credo che chiunque – a prescindere dalla propria condizione economica – abbia diritto a una buona istruzione; perciò, mi trovo un po’ a disagio con la nozione che vige in Australia del “se paghi, puoi garantirti un buon futuro”.
In breve, quali sono gli step da fare per trasferirsi in Australia?
Lo scoglio più grande per chi vuole trasferirsi in Australia è senza dubbio il visto. Tralasciando il periodo particolare in cui stiamo vivendo, riuscire a venire in Australia e rimanere a lungo termine è molto difficile. Le uniche alternative sono in breve i visti lavorativi o quelli famigliari. Entrambe le strade sono comunque lunghe, tortuose e costose. In alternativa, ci sono visti temporanei o brevi, come i visti studenteschi o di vacanza-lavoro, che permettono di avere un assaggio della vita Down Under prima di mettere tutto in modo per un visto permanente.
Arrivare in Australia con un lavoro e, possibilmente, un alloggio temporaneo, renderebbe sicuramente l’arrivo più semplice. Se così non fosse, assicuratevi di avere un bel gruzzoletto di soldi da parte per il primo periodo, perché la vita in Australia è piuttosto costosa!
Quali raccomandazioni daresti a chi volesse trasferirsi in Australia?
Avere una buona conoscenza dell’inglese aiuta molto. L’Australia è un paese molto multiculturale in cui la diversità linguistica è riconosciuta e valorizzata, ma è innegabile che se arrivate qui con un inglese molto limitato, altrettanto limitate saranno le vostre possibilità di impiego. Per i giovani consiglio sicuramente l’opzione del working holiday per esplorare questo meraviglioso paese e fare esperienze che non vi ricapiteranno più nella vita.
In generale, non abbiate paura a reinventarvi e a mettervi in gioco: l’Australia è un paese che apprezza chi è flessibile e ha voglia di migliorarsi, ma non siate pigri. Per arrivare lontano bisogna lavorare sodo e far vedere di essere ambiziosi. Se farete così sarete ricompensati da uno stile di vita invidiabile!
Se tornassi indietro, rifaresti la scelta di andare a vivere in Australia?
Senza ombra di dubbio. Gli ultimi 2 anni bloccati in Australia a causa del Covid mi hanno fatto un po’ disamorare, ma a mente fredda è innegabile che lo stile di vita e le opportunità che ho avuto qui in Australia non sarebbero mai arrivate in Italia. Mi ritrovo molto di più con lo stile di vita casual e outdoor tipicamente australiano e non potrei immaginarmi a vivere di nuovo in Italia per un lungo periodo.
Chiudiamo con una nota positiva per tutti i nostri amici amanti dei viaggi: hai avuto modo di viaggiare/esplorare i dintorni da quando vivi lì?
Non quanto avrei voluto, perché quando vivi così lontano dalla famiglia, ogni grande vacanza la usi per tornare in Italia. Sicuramente ho viaggiato in Australia e ho visto luoghi che mi hanno lasciato senza fiato, come la Grande Barriera Corallina e la foresta tropicale del Queensland, la Great Ocean Road partendo da Melbourne, Kangaroo Island nell’Australia Meridionale e l’incredibile Jervis Bay a sud di Sydney, giusto per nominarne qualcuno. Ma senza dubbio ho visto molto meno di quello che il classico backpacker visita in un anno di working holiday!
Mi mancano ancora grandi icone come Uluru e tutto l’Outback, ma non ho fretta: intendo vivere qui per sempre; perciò, ho tutto il resto della vita per visitare questo stupendo ed enorme paese! Ho poi avuto modo di fare un breve viaggio in Nuova Zelanda (dove spero di tornare molto presto), Singapore e due volte in Giappone. Nonostante questo paese non siano proprio dietro l’angolo (ci vogliono dalle 4 alle 8 di volo per raggiungerli), per gli standard australiani sono relativamente vicini!
Se l’intervista di Claudia vi è piaciuta, condividetela sui social, magari voi o qualche vostro amico sta pensando di trasferirsi Down Under e quest’intervista può tornargli utile!