In questo articolo scopriremo insieme il potere nascosto delle mani, potenti strumenti comunicativi capaci di mettere in relazione le persone da millenni! Inoltre conosceremo meglio un artista contemporaneo che ha saputo sfruttare al meglio questa parte del nostro corpo, creando opere dal forte impatto scenico, emotivo e soprattutto… capibili da tutti: Lorenzo Quinn.

Martina

Articolo scritto da Martina Ossato, amante dell’arte in tutte le sue sfumature, diplomata in architettura e design, laureata in Beni Culturali e infine specializzata nel 2015 in Discipline Artistiche, con una tesi in economia e commercio dell’arte, presso l’Università di Verona.

Lorenzo Quinn_mani a Venezia
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Le mani nella storia dell’arte

Da tempo immemore l’uomo ha sempre sentito l’esigenza di comunicare, di condividere i propri pensieri, emozioni o semplicemente di mettersi in relazione con l’altro. Prima dell’evolversi di un linguaggio comune e di una relativa forma di scrittura, il corpo è da subito apparso come un mezzo ideale per poter entrare in connessione con l’altro. Noi italiani, se ci pensate bene, ancora oggi non siamo capaci di dialogare senza gesticolare, muovere le mani, le dita … così da imporre un maggior pathos al tutto! 

Nella storia dell’arte in particolare, le mani hanno da sempre rappresentato un canale comunicativo importantissimo. Tramite esse, lo spettatore può percepire la delicatezza o la forza di un soggetto rappresentato. Pensiamo ad esempio al paio di mani più famose nel mondo della scultura, ovvero quelle del David di Michelangelo: alcuni potrebbero pensare che il nostro caro Buonarroti si fosse fumato qualcosa mentre stava scolpendo quegli arti così sproporzionati… eppure quelle mani sono curate nel dettaglio, mostrando allo spettatore alcuni particolari inediti per l’epoca, come le vene in risalto, i tendini e la tensione delle dita. Sono pronte a scattare in qualsiasi momento. Grazie a queste accortezze, l’osservatore riesce ad intuire che sarà David a vincere la sfida contro Golia e non il contrario!

mani del David di Michelangelo
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Un ulteriore esempio sull’importanza delle mani quali mezzo d’espressione, lo troviamo in Vaticano, più precisamente all’interno della Cappella Sistina. Tutti conoscono la scena della “Creazione” dipinta da Michelangelo, un affresco in cui Dio sorretto da uno stuolo di angeli senza ali e circondato da un tessuto che ricorda vagamente un cervello (ebbene sì), si sporge con un dito verso un Adamo spiaggiato. Le dita dei due non si sono ancora sfiorate eppure avvertiamo che c’è una forte tensione nascosta in quel gesto, perché da lì a poco proprio grazie a quel tocco comincerà ufficialmente la Vita!

Le mani tuttavia possono anche comunicare concetti universali, non necessariamente solo azioni… ne è un esempio il Cristo Pantocratore presente ad esempio a Monreale o a Ravenna, dove Dio è sempre rappresentato con il pollice della mano destra intento a toccare mignolo e anulare. Simile movimento non è casuale: le tre dita avvicinate simboleggiano la trinità e l’unità di Dio, mentre l’indice e il medio, rappresentano la dualità della natura di Cristo, ovvero quella umana e divina.

Lorenzo Quinn: quando l’arte torna ad essere di tutti!

Un artista contemporaneo che ha fatto delle mani il suo marchio di fabbrica è Lorenzo Quinn, scultore figurativo italiano che da sempre si ispira a Michelangelo, Bernini e Rodin. Nelle sue opere, per lo più pubbliche, cerca costantemente di trasmettere le sue passioni per i valori autentici e le emozioni. Lorenzo Quinn nasce nel 1966 a Roma dall’attore messicano Anthony Quinn e dalla sua seconda moglie, la costumista Iolanda Addolori. Una volta laureato alla New York University in ’88 ed essersi sposato, l’artista decide di trasferirsi in Spagna, dove si sente particolarmente attratto dal carattere caliente di queste persone, dai loro valori di famiglia…

Negli ultimi vent’anni Lorenzo Quinn ha realizzato una moltitudine di opere scultoree, commissionate da privati ma anche da alte cariche politiche e religiose, ne è un esempio la richiesta di una scultura per la Basilica del Santo a Padova, voluta direttamente dal Vaticano, per celebrare gli 800 anni dalla nascita del Santo. Come spesso ha dichiarato, l’ispirazione per lui arriva in un millesimo di secondo, osservando la vita di ogni giorno. Spesso accompagna le sue creazioni con una parte scritta, o meglio con un testo esplicativo che sarà poi parte integrante della scultura stessa.

Quinn e Venezia: un amore mai interrotto

Una delle sue prime “mani” viene creata nel novembre 2005, a Doha, in Qatar. L’opera, intitolata “Rise Through Education” rappresenta una mano adulta che porge il mondo in quella di un bambino, formando una sorta di anello, posato su di un libro aperto. Tuttavia, solo a partire dal maggio del 2017, Lorenzo Quinn diventa a tutti gli effetti universalmente riconosciuto dal grande pubblico, grazie ad una installazione creata in occasione della Biennale di Venezia.

In quest’opera, due grandi mani affiorano dalle acque del Grand Canale, di fronte a uno degli edifici storici di Cannaregio, ovvero Ca’ Sagredo. Questi imponenti arti sembrano sorreggere l’antico palazzo, proteggendolo dalle continue sollecitazioni provocate dalle grandi navi, da un ecosistema sempre più delicato e dall’inesorabile scorrere del tempo. Queste monumentali mani, inoltre simboleggiano il ruolo che le persone devono svolgere nel tentativo di sostenere il patrimonio unico di Venezia.

lorenzo quinn_mani a Venezia
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Un anno più tardi Venezia torna ad essere teatro di una delle sue istallazioni. A Forte Marghera, una fortezza militare, Quinn espone il suo Stop Playing! una scultura che, a differenza del contesto in cui si trova, non è assolutamente legata alla storia miliare della Serenissima, bensì esalta le risorse naturali che ci circondano.

Il legame tra Lorenzo e la città marinara continua anche nel 2019, quando in previsione della 58esima edizione della Biennale, viene esposta in zona Castello, all’entrata dell’Arsenale, l’opera Building Bridges. Questa scultura pubblica rappresenta sei paia di mani, chiamate rispettivamente ‘Faith’, ‘Friendship’, ‘Love’, ‘Help’, ‘Hope’ e ‘Wisdom’, disposte una dietro l’altra fino a formare una sorta di ponte. Il messaggio di questa installazione è innalzare un inno all’unità, specie in un luogo significativo come Venezia, una città che per secoli è stata un ponte tra le diverse culture, ovvero tra oriente e occidente.

Se volete sapere qualcosa di più su Venezia, in particolare sui luoghi meno “battuti” dai turisti, vi suggerisco di leggere qui, un interessantissimo articolo di Elisa, scritto qualche tempo fa!

Il nuovo erede di Christo?

Recentemente Lorenzo Quinn ha annunciato nei suoi canali social ufficiali di aver scelto quale cornice per la sua prossima istallazione – prevista per il 2022 – una nota meta italiana: il lago di Iseo. Questa location non può che riportare alla mente la grande performance artista di Christo, che nel 2016 realizzò un imponente passerella galleggiante sulle acque del lago, passata agli albori con il nome di The Floating Piers. Ora, sembra proprio che Quinn voglia ereditare il lascito di questo importante maestro, mancato ormai da un paio d’anni, evolvendo ulteriormente il suo progetto.

Con un rendering, Lorenzo Quinn ha illustrato l’intento e il pensiero che ha dato vita a “Your World”, la sua prossima sfida: rappresentare visivamente l’enorme responsabilità dell’Uomo nei confronti del Mondo intero. Tutti noi difatti siamo responsabili di ciò che ci circonda, perché è con le nostre decisioni e azioni che possiamo salvare o distruggere la natura.

Da qui, il desiderio di riproporre una passerella sul lago, dalle cui acque fanno capolino due mani che sorreggono un globo. È come se quelle stesse mani installate a Venezia nel lontano 2017, nuotassero raggiungendo il Lago d’Iseo. Questa volta, non per sostenere un’architettura, bensì il Mondo intero. Il Nostro Mondo. Un pianeta che si trova nelle nostre mani, nelle mani di ognuno di noi, e non possiamo quindi permetterci di vacillare e lasciarlo affondare. Che dire? Non vediamo l’ora di vedere finalmente realizzato questo imponente progetto che darà nuovamente sfarzo al territorio italiano!

Certamente gli odierni critici storceranno un po’ il naso, proclamando questa installazione come un semplice tentativo di marketing o di arte popolare, creata solo per far chiacchierare ed arricchire… in cuor mio sono più che certa che molti turisti si approcceranno a questo evento inizialmente per questo motivo, eppure credo che il merito di Lorenzo Quinn sia anche questo: essere riuscito a riavvicinare quello strato di popolazione che da decenni o forse più, è stato escluso dall’arte contemporanea, rendendolo nuovamente partecipe e parte integrante della performance.

Prima di lui solo pochi altri artisti c’erano riusciti, basti pensare ad esempio a Marina Abramović… Forse l’arte contemporanea oggi ha bisogno proprio di questo, di scardinarsi dal suo ambiente elitario, elevato per tornare ad essere finalmente capita. Staremo a vedere!