Vivere a Londra esperienze di chi ci è stato, e come me, se ne è andato. Chi è rimasto in UK, chi è tornato in Italia. Leggete i pro e i contro del vivere e lavorare a Londra in questo articolo.
Vivere a Londra: la mia esperienza
Tanti dicono che Londra o si ama o si odia. Per me è stato amore, poi odio. Quando mi manca, ripenso soprattutto ai suoi parchi dove adoravo rifugiarmi per scappare dal caos cittadino. Penso alle opportunità lavorative che ho avuto, passando in 4 anni da cassiera in un McDonald’s a Relationship Manager in un hotel 4 stelle di fronte ad Hyde Park, opportunità che in Italia difficilmente ci sono per semplice meritocrazia.
Penso anche alle infinite possibilità che una città grande e multiculturale come Londra offrono a chi arriva da posti molto più piccoli, come nel mio caso. Non mi sembrava vero di poter fare la spesa a mezzanotte, di poter visitare musei quante volte volessi perché gratuiti, di poter mangiare cibi di provenienza diversa ogni volta che lo desiderassi.
Londra però non è tutta rose e fiori. Seppur innegabili i tanti lati positivi ci sono anche (tanti) lati negativi che mi hanno portato lentamente ma inesorabilmente ad odiare la città e a volermene andare. Il costo e i ritmi della vita sono totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati in Italia, soprattutto lontano dalle grandi città. A Londra la gente corre, che sia lunedì o sabato poco importa, la gente in metro corre.
C’è rumore a qualsiasi ora del giorno e della notte: macchine, sirene, passanti. Ci sono zone più o meno tranquille, ma pur avendo cambiato diverse case e diverse zone, il rumore c’è un po’ ovunque. A me mancava il silenzio delle mie montagne. Le amicizie, quelle vere, non è facile stringerle. Gli inglesi sono molto gentili e disponibili, ma per la mia esperienza molto superficiali nei rapporti e anche un po’ ipocriti. Sono tutti un ‘darling’ e ‘honey’ ma poi appena hai un problema, non vogliono saperne. Ed è altrettanto difficile stringere rapporti con altre persone, lavori diversi mal conciliano i tempi in cui vedersi.
Tutto sommato è un’esperienza che rifarei ma col senno di poi forse alcune cose le farei diversamente. Il mio consiglio è quello di godervi al meglio questa esperienza, trarne i lati positivi, non farvi abbattere troppo da quelli negativi e poi, se proprio siete stufi, potete sempre tornare come ho fatto io. Non vedete il rientro come un fallimento, ci sono cose che vanno bene per un periodo e poi ci stancano. Cambiare fa bene e l’importante è che siate felici, ovunque voi siate.
Di seguito le esperienze di altre Travel Blogger Italiane che hanno vissuto per un periodo a Londra ma che poi, come me, hanno deciso di andarsene.
Vivere a Londra esperienze delle TBI
Vivere a Londra insegna a fare di necessità virtù
Di Alessandra, autrice del blog All roads lead from home
Sebbene il tempo abbia affievolito molti ricordi di ansie e frustrazioni della mia permanenza a Londra, ci sono episodi e difficoltà che ricordo ancora distintamente. Al di là del generico “Londra è cara” (che va sicuramente messo in conto, specialmente se come me siete in città per un tirocinio pagato in noccioline), ricordo il tremendo mondo degli affitti. Ore e ore a spulciare siti con annunci tutti uguali… ero arrivata perfino a odiare termini come “fully-refurbished” dopo averli letti fino alla nausea. Poi corse per versare una caparra perché, nonostante mi avessero assicurato che potevano aspettare DUE GIORNI, l’agenzia mi richiama dopo poche ore avvertendo che hanno un altro interessato davanti e quindi corri!
Poi, scelta una zona (possibilmente meno costosa ma che non obblighi ad attraversare il mondo per arrivare a lavoro), eccomi a valutare quale abbonamento dei mezzi acquistare, arrendendomi all’evidenza che sia inutile pagare l’assurda differenza di prezzo per la zona 1 se tanto avrò a malapena i weekend liberi per andarci (io vivevo in zona 3 e lavoravo in 2). Ma in seguito mi rivelo italiana fino al midollo e trovo gli escamotage più fantasiosi per risparmiare, ad esempio se non avevo fretta andando in centro in autobus così non calcolavano alcun extra sulla Oyster card.
Sono rimasta però sorpresa da come la rete dei mezzi pubblici si sia adattata così bene alla mia testa quadrata, tanto che ancora oggi saprei dire come arrivare da A a B senza guardare la mappa: essendo cresciuta in un paesino temevo che la metropoli mi avrebbe messa in soggezione, invece l’ho trovata incredibilmente semplice da navigare (anche grazie alla preziosa app TfL sempre aperta).
Tolte le beghe burocratiche e i possibili gap culturali (i primi mesi ho vissuto con una famiglia, che ve lo dico a fare…), Londra ti dà così tanto da legarti per sempre. Mi sono lasciata conquistare al punto da provare quasi una gelosia nei suoi confronti, quel senso di appartenenza che anche vivendoci solo qualche mese ti fa irrazionalmente credere che nessuno possa conoscerla o amarla quanto te.
Mi ha insegnato a fare di necessità virtù (non ricordo quanti pasti scontati in locali fighi mi sono fatta grazie alle offerte nella newsletter di Time Out London o quanti ingressi a metà prezzo a varie attrazioni mi sono goduta grazie ai coupon sulle scatole dei corn-flakes).
È vero che non è facile fare nuove amicizie, io nonostante mi fossi iscritta a vari gruppi di expat ho finito per attaccarmi come una cozza alle uniche due conoscenze che avevo. Con loro ho partecipato a Capodanno cinese, Maslenitsa e San Patrizio a Trafalgar Square, girato i luoghi più famosi e gli angoli più nascosti della città, e questi sono senz’altro i miei ricordi preferiti.
Onestamente a volte mi sentivo sola a casa, ma mi passava uscendo: anche passeggiando per conto mio a Southbank mi sentivo un ingranaggio all’interno di un grande organismo… sensazione spiacevole per molti, ma che io trovavo stranamente confortante.
Londra per un periodo di formazione: possibilità e vantaggi
Di Paola, autrice del blog Pasta Pizza Scones
Sfortunatamente non ho vissuto a Londra abbastanza tempo da godere di tutte le attrazioni cittadine, ma è stata un’esperienza davvero unica nel suo genere. Quando mi ero trasferita in Inghilterra infatti vivevo nel Suffolk, una contea dell’East Anglia.
A Londra ci sono stata durante il training di formazione in Google come Field Operations Associate prima e poi, avanti e indietro tra stazioni e aeroporti per le mie destinazioni finali. Il mio lavoro infatti era per un progetto di Google Maps per cui ero sempre in giro per l’Europa.
Riguardo a Londra, ho adorato trovare convenience store sempre aperti a tutte le ore del giorno e della notte, mezzi pubblici sempre attivi, ma soprattutto ristoranti fantastici in ogni quartiere. La capitale inglese infatti è famosa per essere davvero una metropoli internazionale per cui puoi trovare cibo indiano, britannico, cinese, thailandese, vietnamita e anche italiano in ogni quartiere. La Chinatown londinese poi è un concentrato di delizie che puoi gustare solo qui, tra cui i super instagrammabili pesci-waffle ripieni di crema o il gelato al matcha di Bake.
Guidare per Londra poi è semplicemente fantastico. Se hai preso la patente in Italia troverai incredibilmente rilassante guidare in una città dove le persone non parcheggiano in modo improvvisato, non ti suonano se non parti immediatamente al verde, né cercano di sorpassarti da ogni lato. Unica pecca i parcheggi, davvero costosi.
Tuttavia, i trasporti pubblici sono eccellenti. Spostandomi principalmente dall’East Anglia verso gli aeroporti li ho provati tutti, compresi i collegamenti con bus e treni, trovandoli incredibilmente efficienti, a parte alcune vecchie stazioni della metropolitana non dotate di ascensori.
Londra però non è stata amore a prima vista, bisogna conoscerla, proprio come gli inglesi. Una volta che hai familiarizzato però puoi apprezzarla meglio, scoprire angoli nascosti e innamorartene.
Vivere a Londra: cibo etnico e mercati ma non solo
Di Mariarita, autrice del blog 24 Hours Trotter
La mia esperienza londinese risale ormai a più di cinque anni fa. Era la primavera del 2015 quando decisi di voler trascorrere l’estate nella capitale inglese, per perfezionare la lingua. Ero ancora all’università, il mio animo era spensierato, e probabilmente ciò contribuì di gran lunga a rendere il trimestre quasi perfetto.
Scelsi di soggiornare nell’East London, precisamente ad Aldgate East (in zona due, ma non distante dalla tre). La residenza era a pochi passi da una grande moschea e ogni mattina mi facevano compagnia i canti e le preghiere dei fedeli. Ho adorato i mercati vintage del sabato mattina a Bricklane, quello domenicale di fiori in Columbia Road, i mille odori per le strade dell’East End.
Non ricordo di aver mangiato mai per due giorni di fila cibo di una stessa nazionalità: per gli amanti delle cucine internazionali Londra è un vero paradiso e, soprattutto nei quartieri meno centrali, questo aspetto viene esasperato all’ennesima potenza. Si passa dalla cucina turca a quella indiana in un attimo, quando si comincia ad apprezzare il fish & chips ecco che una vera pizza napoletana fragrante ti passa sotto gli occhi e non puoi fare a meno di cedere alla tentazione.
Un crogiolo di culture unite dalla semplicità di una lingua che ha saputo affermarsi e dominare su qualsiasi altra, con l’unico scopo di permettere interazioni che qualche decennio fa ci saremmo sognati. Londra è stata per me esattamente questo. Se siete alla ricerca di una città in grado di regalarvi dei momenti culturalmente e umanamente indimenticabili, non credo ce ne siano altre più adatte di Londra.
Se cercate semplicemente un’esperienza lavorativa (o di studio) fuori casa, con la speranza di riuscire a mettere da parte anche un bel gruzzoletto, allora forse Londra non fa per voi. Avendola vissuta solamente per un breve lasso temporale, ho individuato un’unica pecca: il costo della vita che, al netto dei musei gratis (fatto unico e raro), è davvero insostenibile.
Vivere a Londra per poi trasferirsi altrove in UK
Di Veronica, autrice del blog Lost Wanderer
Vivere a Londra è un sogno, o almeno lo è stato per me e per molti anni anche. Immaginarmi tra le strade della capitale inglese, vivere come i veri british erano i miei obiettivi quando ero una liceale. Dopo la laurea, ho finalmente coronato questo desiderio e mi sembrava di essere nel posto giusto al momento giusto. Avevo trovato il mio posto nel mondo.
Eppure, Londra non è tutto rosa e fiori. Può essere le prime settimane quando si è a metà, un po’ turista, un po’ residente. Tutto è nuovo, grande; i mezzi funzionano che è una meraviglia, l’organizzazione e la burocrazia sono i migliori e più veloci con cui ci si approccia. La capitale è una città che non dorme mai e qualsiasi cosa ti serva è lì, a portata di bus. Ma come dicevo il sogno prima o poi si scontra con la realtà.
Dopo qualche mese, ci si rende conto che si vive per lavorare e non il contrario. Gli affitti sono salati, i costi della metro si alzano ogni anno così come le tasse, il tempo libero lo si passa a dormire perché troppo stanchi dopo cinquanta ore di lavoro settimanali. Inoltre, Londra è una città che rende soli, difficilmente riuscirai a scambiare quattro chiacchiere in metro o vedrai gli amici frequentemente, troppo impegnati a lavorare e i vostri giorni liberi combaceranno di rado.
Trasferirsi in una città meno cara e anche meno caotica è solitamente il passo successivo dopo un’esperienza a Londra. Si giova in salute e qualità di vita lavorativa!
Vediamo ora invece le esperienze di chi a Londra ci vive ancora, è sempre meglio vedere i due lati della medaglia, non pensi?
Come si vive a Londra? Da Napoli a Londra, biglietto di sola andata
Di Alessia, coautrice del blog Italian Trip Abroad
Londra la si ama o si odia. I primi anni sono sempre i più “facili” per alcuni aspetti, difficili per molti altri. C’è la voglia di conoscere una nuova città, il desiderio di crescere professionalmente e il sogno di riuscire a realizzarsi. Passati i primi anni, tutto cambia. Una città come Londra non è per tutti, stare al ritmo di questa grande metropoli può spaventare moltissimo. Io ho preso la decisione di trasferirmi a Londra quando avevo 18 anni, immediatamente dopo la maturità mi sono munita di un volo solo andata, con la speranza di non tornare, come tanti miei coetanei.
Ero già consapevole che non sarei tornata, benché amassi la mia bellissima Napoli, nutrivo la voglia di misurarmi con una realtà come Londra, avanti anni luce dalla mia quotidianità. Conoscevo i limiti di Napoli e volevo superarli, per questo dovevo affrontare le mie paure per afferrare i miei desideri.
Mi ero catapultata in un altro mondo. Un mondo frenetico, ovunque affollato con orari assurdi e distanze spesso proibitive. Mi sentivo piccola, ma allo stesso tempo grande e in crescita. Dinnanzi avevo moltissime opportunità, lavorative e di vita, dovevo solo scegliere quale percorso intraprendere.
Ho avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche, crescere lavorativamente, creare e sviluppare il mio business e diventare indipendente da tutto e da tutti. Qui puoi essere chi vuoi, hai la libertà di poter dire di no senza paura che il tuo capo di licenzi, hai il potere di costruirti il tuo futuro e scegliere cosa fare nella vita.
Ovviamente, come tante città ha anche i suoi contro. Essendo una città sempre in movimento a volte ci si sente persi, dover stare al ritmo frenetico dei londinesi fa si che tutta la nostra quotidianità si velocizzi ancora di più. Ma se hai voglia, fai presto a diventare Londinese anche tu.
Quando adesso torno a casa, dai miei cari, Napoli mi sembra magica, ma io vado al ritmo di un motore benzina, quando tutto intorno a me è un diesel. E’ questo che ti rende differente, ho il ritmo del cittadino del mondo, di quello che ha sogni grandi e voglia di arrivare sempre più su. Adesso mi piace trovare la metro affollata ad ogni ora del giorno e della notte, anche se a volte è troppo.
Come tutti i Londinesi mi danno noia i turisti in giro, cerco di fare il giro largo, e quella che una volta ero anche io oggi la vedo come un ostacolo nella mia routine. Ci sono molti pro e contro nel vivere a Londra per lungo tempo, ma questa città mi ha insegnato che puoi odiarla quanto vuoi, tornerai sempre, anche se solo con il pensiero.
Alla ricerca di dinamicità e multiculturalità: l’esperienza di Miriam a Londra
Di Miriam, autrice del blog Miry Giramondo
Da quasi due anni a questa parte Londra è diventata la mia casa. Ho deciso di trasferirmi in questa vivace metropoli dopo il mio viaggio in Asia durato un anno; cercavo qualcosa di dinamico, frizzante, flessibile e multiculturale e, a distanza di tempo, posso dire che Londra è stata una scelta azzeccata. Sono arrivata in città conoscendo già bene il mondo anglosassone e avendo le idee molto chiare su cosa volevo fare.
Grazie a questa chiarezza, dopo sole due settimane ho trovato il lavoro che volevo nel posto che avevo sempre sognato, in quello che prima del Coronavirus era l’aeroporto più trafficato d’ Europa: Heathrow. Un momento dove la mia soddisfazione raggiunse dimensioni astronomiche!
In Italia avevo provato molte volte ad inviare, senza successo, la mia candidatura in vari aeroporti, invece Heathrow mi accolse subito a braccia aperte! Il mio ufficio era costituito da persone di diversa provenienza; nessuno dei miei colleghi era di origine inglese e questo mi ha permesso non solo di conoscere a fondo le loro diverse culture, ma mi ha dato anche la possibilità di assaggiare piatti particolari come il chicken biryani, cucinato dal mio collega bengalese quando si organizzavano dei party in ufficio.
La nota dolente del lavoro in ufficio era la pausa pranzo: nel breve intervallo di mezz’ora, la maggior parte delle persone mangiava un tramezzino con un contorno di patatine davanti al computer. Pochi di loro avevano l’abitudine di cucinare, anche se un giorno una mia collega mi disse: “per me cucinare è anche fare un caffè”. Potete dunque immaginare lo stupore dei miei compagni di lavoro quando portavo da casa le cose che avevo cucinato la sera prima.
Un altro aspetto positivo, alla fine di giornate impegnative o quando capitava di fare straordinario, era la voce della mia manager che mi diceva sempre “Thank you!”. In Italia mai nessuno mi ha ringraziato per il tempo sottratto al mio tempo libero. Anche per quanto riguarda il piano ferie non ho mai avuto problemi; all’inizio pensavo che il mio superiore me le rifiutasse poichè in Italia dovevo regolarmente supplicare per averle, ma per fortuna ad Heathrow questa scena inconcepibile non è mai successa.
Con il Coronavirus sono cambiate molte cose in aeroporto e, in un momento così delicato, sono pure riuscita a cambiare lavoro quindi sostengo che Londra è davvero una città piena di opportunità.
Dieci anni a Londra e non sentirli: una scelta azzeccata
Di Flavia, autrice del blog In giro con Fluppa
Tra pochi mesi celebrerò il mio decimo anniversario di vita a Londra e, sebbene il primo impatto con questa città non sia stato proprio idilliaco, posso dirmi pienamente soddisfatta della mia scelta.
Se c’è una cosa che Londra mi ha insegnato, è che la città perfetta non esiste. Ogni luogo ha pro e contro, è adatto a qualcuno ma non a qualcun altro, cambia volto in base ai momenti, alle aspettative, alle prospettive di vita. Non biasimo chi sceglie di vivere a Londra, ma nemmeno chi decide di lasciarla. Ho visto tante persone arrivare e poi cambiare idea, così come tanti che invece sono rimasti e si sono creati una vita permanente.
I lati negativi di Londra sono noti, ma ben bilanciati da quelli positivi.
Il clima, che a volte riesce ad essere davvero snervante. Non è vero che a Londra piove sempre, ma è sicuramente vero che è spesso grigio. Nevica raramente, anche se le basse temperature lo consentirebbero, e quando succede i fiocchi si sciolgono ancora prima di toccare terra. Ma quando esce il sole, quando spuntano i fiori, quando arriva l’estate, Londra rinasce, cambia volto e diventa meravigliosa. A parte delle rarissime giornate, non fa mai quel caldo afoso che ti toglie la voglia di vivere, anzi l’estate a Londra ha quella temperatura ideale che ti permette di restare fuori un’intera giornata senza aver bisogno di tornare a casa a lavarsi il sudore di dosso.
Londra poi è un rullo compressore: se non hai uno scopo, un obiettivo, una motivazione forte per restare, lei ti schiaccia senza pietà. Ma al tempo stesso ti fornisce tutti gli strumenti necessari per raggiungere il tuo obiettivo, devi solo avere pazienza, preparazione e forza di volontà.
Non mi vergogno a dire che non tornerei a vivere in Italia perché Londra ormai mi ha viziata, con la sua burocrazia snella e veloce, con il suo customer service ai limiti dell’impeccabile, con la semplicità nel cambiare lavoro, con la serenità nel sapere che per la società sono un essere umano con dei diritti e un valore, non solo un numero.
Ci sono tantissimi altri motivi per cui amo e odio questa città, li ho elencati in un post scritto diversi anni fa ma ancora attuale: Londra, ti odio e ti amo.
Sentirsi a casa a Londra: Simona e la ‘sua’ Londra
Di Simona, autrice del blog Una soffitta per due
La mia avventura a Londra è iniziata quattro anni fa. Sono partita col mio compagno e la mia gattina. Avevamo entrambi un buon lavoro in Italia quindi il trasferimento non era dovuto a necessità, ma al desiderio di provare una nuova esperienza e trovare nuovi stimoli. Essendo molto legata alla mia Bologna, Londra era l’unico luogo nel quale mi sarei potuta trasferire.
Viaggiando si vedono tanti luoghi meravigliosi, ma solo raramente ci si sente “a casa”. A Londra, fin dalla mia prima volta, mi sono sentita subito a casa. È impossibile riassumere un’avventura così intensa come un trasferimento all’estero in poche parole. Le esperienze che mi sta regalando questa città sono straordinarie.
Qui vi elenco una piccola parte delle cose che mi piacciono del vivere a Londra:
1. Camminare per strada e sentire parlare decine di lingue diverse;
2. La generale educazione ed il rispetto delle regole. C’è molta ironia sulla passione degli Inglesi per fare le file, tuttavia è indice di una cultura che dà per scontato che aspettare il proprio turno sia la cosa giusta da fare;
3. Il fatto che la maggior parte dei londinesi vive in case (terraced house) di due o tre piani con il proprio giardino privato. Ora che anche io ho un mio spazio verde e ho scoperto le gioie del giardinaggio non potrei più vivere senza!;
4. La città è piuttosto cara, ma ci sono mille attività gratuite, basti pensare ai meravigliosi parchi ed ai musei. Ma anche concerti, eventi, mercati, etc.
5. Il clima. Strano vero? Eppure Io mi sono trovata molto bene nel clima londinese, mai troppo caldo (d’estate raramente si superano i 30 gradi) e mai troppo freddo (raramente si scende sottozero). Dopo aver fatto l’abitudine al drizzle (la leggera pioggerellina piuttosto frequente), il resto non è poi così male!
Tra i lati negativi (oltre ovviamente alla mancanza della famiglia e degli amici) ci sono le distanze.
Londra si è sviluppata prevalentemente in orizzontale, come dicevo sopra, con la maggior parte delle abitazioni di pochi piani. Sono rare le zone residenziali composte da grattacieli. Questo rende la città più umana a mio parere, tuttavia per ospitare quasi nove milioni di persone i confini della metropoli si sono allargati moltissimo. Se si hanno amici che vivono dall’altra parte della città e che non sono sulla stessa linea della metro, raggiungerli può diventare un’odissea. Questo ha un forte impatto sulle relazioni sociali e sul modo in cui i londinesi socializzano.
Vivere e lavorare a Londra: i sacrifici vengono ricompensati
Di Tiffany, autrice del blog Black Raven Diary
Londra è una città che può darti tantissimo come può far sentirti vuoto. Si sa, le opportunità che questa città offre sono innumerevoli. Nella sua varietà culturale c’è spazio per chiunque voglia mettersi in ballo davvero, per chiunque disposto ad imparare ogni giorno e a chi ha la voglia di migliorarsi.
Purtroppo, invece, non c’è spazio per chi spera che le cose cadano dal cielo. Si deve imparare quell’odiato inglese che noi italiani fatichiamo a pronunciare, si devono fare sacrifici e vivere in stanze che sembrano sgabuzzini, e dopo il primo periodo che sembra essere una montagna insormontabile ti assicuro che penserai che ne è valsa la pena. Non siamo in Italia, qua i sacrifici fatti vengono ricompensati.
Detto ciò, non invito nessuno a fare la valigia all’improvviso e partire in cerca di fortuna. Anzi, ritengo che sia importantissimo partire con un piano ben studiato in mente, in questo modo il processo di inserimento avverrà molto più velocemente senza perdere anni in lavoretti che ti fanno guadagnare abbastanza bene, ma che sono fini a sé stessi.
Altro elemento da prendere in considerazione è lo stile di vita a cui aspiriamo. Te lo dico subito, se sei una persona che vuole ritrovare le sue abitudini italiane dovunque vada, questo non è il posto giusto per te. La vita è molto più frenetica qua. Tutti hanno orari diversi e non esiste la domenica libera fissa a pranzo con gli amici o in famiglia (a meno che fai uno dei tanti ambiti lavori di ufficio dagli inglesi; ma se parti da zero mi sembra improbabile). A volte, per un’uscita di gruppo bisogna prendersi l’appuntamento settimane prima. Adattarsi è la parola chiave.
Ogni volta che torno in Italia, superato un primo momento nostalgico, presto mi rendo conto di quanto mi manchi Londra per le grandi comodità e le cose da fare che offre. E a chi dice che a Londra non si instaurano veri rapporti, le persone che ho incontrato in cinque anni qua mi hanno dato più di quanto l’Italia abbia fatto, purtroppo, in ventidue anni.
Come hai potuto leggere in questo articolo, vivere a Londra non è per tutti e in generale vivere all’estero è un’esperienza bellissima, ma che richiede sacrifici, adattabilità e a volte si rivela una scelta per la vita, altre invece è qualcosa di temporaneo che apre le porte ad altre esperienze.
Se però hai ancora idea di trasferirti nella capitale britannica, ecco qui qualche articolo: