Viaggiare con lentezza. Scoprire un territorio. Le piccole cose di ogni giorno. “Nen e bon” è un progetto che racchiude tutto questo, nato dalla creatività e dalla passione di Anna e Stefy.
Se c’è una cosa che dovremmo aver imparato da questo periodo di ‘calma’ forzata, è proprio che correvamo troppo. Ovunque, in continuazione, senza motivo. E il nostro pianeta ne risentiva. Noi ne risentivamo. Per questo, progetti come quello di Anna e Stefy sono necessari, e lo saranno ancora di più quando potremo ricominciare a viaggiare. Riappropriarci della libertà sarà bellissimo, ma se insieme alla libertà imparassimo anche a valorizzare le piccole cose di ogni giorno, il viaggio in quanto tale, viaggiare con lentezza, gli affetti, le storie locali, sarebbe davvero una grande cosa.
Viaggiare con lentezza: “Nen e bon”
Anna e Stefy ci raccontano il loro progetto e si raccontano in questa intervista. Viaggiare con lentezza, lasciarsi il tempo per scoprire cose, persone, luoghi. Sono questi gli aspetti più importanti, ma non sono gli unici. Spero che questo progetto vi piacerà quanto è piaciuto a me e spero le seguirete e supporterete. Abbiamo bisogno anche di voi perché il loro progetto vada avanti e vi assicuro che ci riserveranno delle belle sorprese. Le trovate su Instagram e su Facebook!
“Nen e bon”, set you free. Di cosa si tratta?
“Nen e bon” è un progetto che parla di scoperta, di lentezza, di particolari e delle piccole cose di ogni giorno. È un viaggio consapevole alla ricerca di dettagli che ogni posto del mondo può regalarci nel momento in cui ci buttiamo in una nuova avventura. Ciò che più conta è farlo in armonia con i nostri cinque sensi che sapranno regalarci emozioni davvero uniche. Ci piace definire “Nen e Bon” un progetto in divenire che riserverà molte belle sorprese.
Avete scelto un nome in dialetto per il vostro progetto. Come avete pensato al nome e perché lo avete scelto?
Siamo entrambe nate e cresciute in meravigliose valli del Trentino sempre a stretto contatto con la natura. Il Trentino rappresenta quindi le nostre radici più profonde ed è per questo che abbiamo deciso di dare un nome in dialetto al nostro progetto. “Nen e Bon” significa letteralmente “andiamo e basta” e ci caratterizza appieno perché il nostro modo di viaggiare è proprio così. Partire senza avere molte aspettative, senza conoscere troppo di un determinato luogo. Ci piace lasciarci incantare dal bello che ogni posto sa regalare, amiamo perderci per ore senza sapere esattamente dove porterà una stradina e fermarci a chiacchierare con la gente del posto. Le storie che raccontano i “locals” sono davvero qualcosa di speciale. Ecco dunque che il nome “Nen e Bon” rappresenta una sorta di legame tra il nostro passato e il nostro futuro.
Ci sarà anche una guida dedicata ai bambini, cosa potete anticiparci?
Si tratta di una guida di viaggio dove il bambino è il focus principale: infatti il linguaggio, i colori e le illustrazioni sono interamente state studiate per i piccoli esploratori del mondo. Un libro che mira a valorizzare la creatività e ad esaltare l’esperienza che i bambini matureranno durante il viaggio. Inoltre, i piccoli non saranno più dei semplici spettatori ma diventeranno dei veri e propri attori proprio perché crediamo fortemente nel ruolo attivo del bambino nel momento in cui si decide la vacanza in famiglia. Uno spazio in cui il bambino, con i giusti spunti, diventa una guida per i genitori all’interno di un territorio.
“Nen e bon” è un progetto dedicato al viaggio e al turismo ma fondato sulle vostre origini. Diteci di più.
“Nen e bon” è sicuramente legato al Trentino, all’amore per le nostre valli e al legame che ci unisce fin da quando siamo bambine. Ci piacerebbe poter trasmettere le mille sfaccettature di questa terra ai viaggiatori più curiosi che amano scoprire un posto a 360 gradi, che viaggiano lentamente e che desiderano scoprire aspetti insoliti attraverso le esperienze. Ci sono molti posti che abbiamo già visitato con lentezza, dei quali non vediamo l’ora di scrivere, ma per il momento ci concentriamo su quelli che sentiamo dentro; quelli che chiamiamo CASA.
Parlate di lentezza, perché avete deciso di concentrarvi proprio su questa parola?
La vita moderna ci trascina in un vortice frenetico dal quale molto spesso diventa difficile tirarsi fuori per cercare di riprendere fiato, anche solo per un breve momento. Ecco che allora diventa importante ritagliarsi ogni giorno degli attimi di lentezza per ricalibrare il tutto. Ascoltare una canzone, provare una nuova ricetta, fermarsi ad annusare il profumo di una tisana e farsi trasportare dai ricordi, usare le proprie mani per creare nuovi oggetti che possano abbellire la nostra casa o la nostra vita, viaggiare con lentezza e perché no, prendersi il tempo di guardare un bellissimo tramonto.
Cerchiamo di rallentare nella vita quotidiana, così come dovremmo farlo anche quando viaggiamo. Un luogo è fatto di mille sfumature diverse e purtroppo, il turismo moderno di massa ci ha fatto perdere gran parte di esse. Si corre anche in viaggio, senza rendersene conto e molto spesso ci si dimentica addirittura cosa si è visto. Se vivessimo il viaggio con più lentezza, armonia con l’ambiente circostante e includessimo anche determinate esperienze culturali, gastronomiche e sociali, probabilmente ritorneremmo a casa con un bagaglio ancora più ricco e dei ricordi che difficilmente riusciremmo a cancellare dalla nostra mente. Crediamo fortemente che sperimentare in prima persona sia la chiave di tutto.
Quanto e perché è importante fare esperienze durante un viaggio?
Secondo noi riuscire a fare esperienze durante un viaggio è importantissimo ma è anche vero che non si addice a tutti. Il nostro viaggiatore tipo è una persona che non si sofferma sulla facciata generale e più conosciuta di un posto, ma si prende il tempo di viaggiare con lentezza, di scavare più a fondo per ricercare particolari più inusuali e per capire l’origine di determinate tradizioni e aspetti culturali. È inoltre una persona che non si mischia alla massa di turisti ma che si isola e si lascia guidare dalla voce e dai racconti delle persone del posto.
Vedere il mondo con gli occhi di un bambino. Come si fa?
Questa domanda ci piace molto. Per vedere il mondo con gli occhi di un bambino bisogna innanzitutto avere una mente molto elastica ed aperta in grado di assorbire il più possibile. Si deve avere anche una buona dose di curiosità, passione e voglia di imparare. I bambini non conoscono tutto del mondo ed il loro conoscere deriva sostanzialmente dall’esperienza diretta. Così dovrebbero fare anche gli adulti, liberandosi da pregiudizi e opinioni riportate da altre persone.
Anna e Stefy, cosa vi accomuna e cosa vi differenzia?
Siamo entrambe molto curiose, sempre alla ricerca di nuovi particolari e di nuovi spunti. Amiamo viaggiare e, non appena si presenta l’occasione ci piace scappare per andare a scoprire qualche città o paesino nuovi. Ma quando la natura ci chiama, non sappiamo proprio resisterle. È il nostro ossigeno e la nostra fonte d’ ispirazione più grande. Diciamo che siamo molto complementari e ci influenziamo a vicenda ogni volta che abbiamo occasione di passare del tempo assieme: Anna è una fonte inesauribile di cose belle e particolarità; Stefy è un vulcano di positività, solarità, il tutto accompagnato da un pizzico di sana follia.
Grazie Anna e Stefy per averci raccontato questo bellissimo progetto! Io da parte mia vi auguro buona fortuna e non vedo l’ora di vedere cosa ci riserverete.