Siamo appena tornati dalla nostra vacanza a Karpathos e sebbene avessi in mente un articolo in cui guidarvi alla scoperta dell’isola, devo ammettere che ora le parole fanno fatica a trovare forma. Karpathos è un’isola diversa da quelle visitate finora, e per certi versi è un’isola difficile da spiegare. Forse perché va semplicemente vissuta, scoperta, girata.
Karpathos è chiamata l’isola del vento e dopo averci trascorso una settimana posso dire che mai nome fu più azzeccato, è il Meltemi a scandire la vita dell’isola. A giorni soffia in modo leggero, rendendo le ore al mare più piacevoli e la calura estiva più sopportabile, a giorni soffia talmente forte che la sabbia ti prende a schiaffi e quasi in spiaggia non ci puoi stare.
L’isola di Karpathos è diversa, persino dalle altre isole del Dodecaneso, è arida e brulla al sud, dove c’è pochissima vegetazione e la montagna è battuta dal vento, mentre salendo verso la parte centrale ci sono delle bellissime pinete, degli ulivi e ahimè anche i segni di qualche incendio che ha bruciato tutto sul crinale della montagna.
Il mare è di un azzurro intenso che diventa blu notte, lì dove l’acqua diventa più profonda. L’acqua è cristallina e ci sono pesci colorati che nuotano tra i piedi dei bagnanti. Le spiagge, qualcuna di sabbia, altre di ciottoli, sono spiagge che danno quel senso di libertà che, a me, solo la Grecia riesce a dare. La libertà di essere se stessi, di avere i capelli scompigliati, la pelle baciata dal sole e dal sale, di essere felici con poco.
Le spiagge di Karpathos
Kyra Panagia, la spiaggia più fotografata di tutta l’isola, è davvero stupenda e ti rimane nel cuore e negli occhi per diverso tempo, con la cupola rossa della chiesetta che domina la baia e la taverna soprastante la chiesetta da cui scattare quegli scatti diventati celebri nel tempo e magari assaggiare i piatti della tradizione locale. Noi l’abbiamo scoperta tardi, e abbiamo pranzato in una delle taverne più moderne e modaiole vicine alla spiaggia (dove comunque abbiamo mangiato egregiamente).
Apella, con i pini marittimi che la circondano e la isolano, è una spiaggia dove dimenticarsi del mondo e godersi semplicemente la tranquillità di una giornata al mare, magari con le persone amate.
Diakoftis, la spiaggia vicina all’aeroporto, dalla sabbia bianca e dall’acqua azzurrissima è una tra le più belle spiagge dell’isola. L’unico difetto che ha è lo stabilimento balneare, che chiede cinquanta euro per due lettini e un ombrellone, facendo così passare la voglia di rimanerci. Per fortuna c’è ancora spiaggia libera, quindi se l’ombrellone ve lo portate, potete godere di questa meraviglia senza buttare soldi al vento.
La spiaggia di Amoopi è perfetta per le famiglie con i bambini. Ci sono lettini e ombrelloni a prezzi ragionevoli, sabbia e mare che digrada lentamente, permettendo anche ai più piccoli di godersi un bagno in una baia stupenda.
La vicina Votsalakia può essere un’alternativa ancora più tranquilla, ma se volete ombrellone e lettini, vi consiglio di arrivare presto la mattina perché si riempie in fretta.
Anche la spiaggia di Lefkos ha il suo perché. Noi abbiamo preferito la seconda, quella più avanti rispetto alla via principale, meno frequentata e dall’aria più selvaggia. Il mare potrebbe essere più agitato, come è capitato a noi, ma con una breve passeggiata si raggiunge una piscina naturale tra gli scogli, dove anche i più piccoli possono nuotare in tranquillità. E la vista dagli scogli è bellissima, quindi se siete lì, saliteci.
Oltre a quelle menzionate sopra, abbiamo visto anche Achata e Christou Pigadi, entrambe di ciottoli e frequentate anche dai greci, il che di solito, è una garanzia. Ce ne sarebbero state molte altre da vedere, perché Karpathos ha tantissime baie e spiagge, ma in una settimana non siamo riusciti a fare di più.
Karpathos: l’isola dei contrasti
Karpathos mi ha lasciata più volte perplessa, nel senso che parlando con persone che ci tornano da diversi anni, sembra essere cambiata molto, per seguire il turismo e le sue esigenze. Pur essendo molto turistica, in alcune zone è selvaggia quasi da sembrare disabitata.
L’isola è piena di contrasti, come Olympos ad esempio, uno dei villaggi che fino a qualche anno fa era possibile raggiungere solo dal mare e ora è invece raggiungibile con una strada asfaltata, che però è dissestata in alcune parti.
A quanto avevo sentito, la particolarità del villaggio, che di per sé è meraviglioso, così arroccato su per la montagna, erano le donne ancora vestite in abiti tradizionali che cuocevano il pane nel forno comune e conducevano una vita d’altri tempi. Ora, queste donne sono sì vestite in abiti tradizionali, ma sono tutte sedute davanti ai negozi di souvenir per mettere fazzoletti tradizionali in testa alle turiste di passaggio nella speranza che queste li comprino, sperando nella buona sorte.
Questo non toglie fascino a un villaggio che vale assolutamente la pena visitare, ma lo rende un po’ meno autentico ai miei occhi. Autenticità che fortunatamente si ritrova nella chiesa principale, di una bellezza d’altri tempi.
Un altro esempio di questa dualità è Finiki, un antico villaggio di pescatori che ha mantenuto la sua atmosfera, con taverne tradizionali e poche costruzioni, ma che purtroppo ha una spiaggia trascurata, ed invece potrebbe essere una chicca.
Dove mangiare a Karpathos
A Finiki degna di nota è la taverna Mama Cuisine, l’unico ristorante dell’isola ad aver vinto il Golden Award per qualità e gusto in tutta l’isola e dove abbiamo mangiato benissimo! I piatti erano curati nei minimi dettagli, il pesce freschissimo e il servizio amichevole e accogliente, soprattutto nei confronti dei bambini. Non perdetevelo se siete in zona.
Pigadia, la capitale dell’isola, invece mi ha ricordato un po’ Heraklion o Pythagorion, sviluppata com’è vicino al mare e al porto. Proprio vicino al porto si trova la maggior parte dei ristoranti e noi ne abbiamo provati tre: Seazone, La Veranda e Sofia’s Place. L’ultimo è sicuramente il più tradizionale dei tre, con piatti semplici ma davvero di ottima qualità. Mentre se volete provare piatti più ricercati, rivisitati e più moderni, gli altri due ristoranti sono entrambi ottimi.
Ci è piaciuta anche la Taverna Dimitrios ad Amoopi, dove il pesce è il protagonista di molti piatti del menu. Ma ci sono anche i grandi classici della cucina greca.
Se invece volete mangiare ad Olympos avete diverse opzioni, la Taverna Mylos che noi avremmo voluto provare ma c’era troppo vento (perfetta per vedere il tramonto) e Edem Garden Restaurant, una taverna dall’aria familiare con persone davvero affabili a gestirla.
Karpathos e la sua gente
Karpathos è l’isola di Nikos, il cuoco de La Veranda, che si è fatto in quattro per assicurarsi che avessimo tutto ciò che ci occorreva per vivere al meglio la nostra vacanza e che ha dimostrato, oltre alla classica ospitalità greca, un amore profondo per la sua isola. Con Nikos abbiamo prenotato la bellissima villa dove abbiamo soggiornato durante la settimana e le macchine per esplorare l’isola, ma soprattutto abbiamo trovato un amico, visto che da quando abbiamo iniziato a sentirci siamo sempre rimasti in contatto. (Anzi, se volete prenotare alloggio e macchine, contattatelo direttamente dicendogli che vi ho mandato io.)
Ma è anche l’isola dei ragazzi albanesi di Seazone, che si sono trasferiti sull’isola più di vent’anni fa perché la situazione economica in Albania era pessima e non c’era lavoro, mentre a Karpathos può lavorare tutta la famiglia, e a quanto abbiamo potuto vedere, sempre con il sorriso sulle labbra.
E’ l’isola di Sofia, la proprietaria di Sofia’s Place, che saluta i clienti come se fossero vecchi amici, li accoglie, li consiglia, e alla fine del pasto beve con loro la grappa per suggellare un’amicizia nata in poco più di un’ora.
Ma anche di Dimitrios, il gestore della taverna che porta il suo nome e che vive a Karpathos solo d’estate perché poi torna a Kassos, l’isola di origine della moglie. Lui, che la mattina aspetta che il papà settantaseienne gli porti il pesce appena pescato per offrirlo alla sua taverna e che ci raccontava che il prezzo del pesce è ancora fermo a quando c’era la dracma. Prima era lui che andava a pescare, perché aveva una taverna vicina a dove attraccava la barca, ma ora non riesce più. E i figli, come spesso accade, hanno seguito strade diverse.
Karpathos è l’isola di Despina, la mamma di Nikos, che insieme al figlio Mihalis gestisce il noleggio auto Hermes e che partecipa a tutte le fiere del turismo in Italia per raccontare la sua Karpathos, un’isola piena di contrasti ma tutta da vivere.
A tutti loro sento di dover dire grazie, perché mi hanno fatto conoscere l’isola sotto diversi punti di vista. Karpathos è un’isola che fa nascere molte domande a cui forse possono rispondere proprio le persone che ci vivono, perché un conto è viverla per una settimana di vacanza e un conto è viverci sempre, con il Meltemi che ti accarezza o ti prende a schiaffi.