C’è un momento preciso in cui ho capito che Berat, la “città dalle mille finestre”, mi avrebbe stregata per sempre. Era il primo pomeriggio, faceva caldo, un caldo fermo, quasi sonnolento. Avevamo appena lasciato le valigie in un alloggio che sulla carta sembrava pittoresco e invece aveva l’ingresso… da un garage incasinato, con delle scale che più che condurti in camera, ti mettevano alla prova il coraggio. In cima ci aspettava un signore gentile, certo, ma il primo impatto non è stato proprio da cartolina. Eppure, fuori dalla finestra, c’era Berat. E già questo bastava.
Mentre il caffè veniva versato in tazzine minuscole e profumate, ci è stata offerta — con un sorriso largo e pieno di orgoglio — una bevanda locale fatta in casa. “Solo un sorso”, ci dice. Sessanta gradi, a occhio e naso. Erano le tre del pomeriggio, e io, con un leggero presentimento (Zoe era già con me, ma ancora non lo sapevo), ho sorriso e, con la più elegante delle mosse, l’ho usata per innaffiare le piante in giardino.
Benvenuti a Berat, dove ogni angolo è una storia, e ogni finestra sembra scrutarti con la calma saggia di chi ne ha viste tante.

Per chi fosse arrivato qui da Google, mi presento. Sono Elisa, Travel Blogger e Content Creator. Dal 2018 condivido le mie esperienze di viaggio, prima in coppia e ora due bimbe, e i miei consigli qui su Eli loves travelling. Mi trovate anche su Instagram come @elilovestravelling dove condivido consigli e ispirazioni di viaggio.
Perché Berat è speciale (e perché dovreste andarci almeno una volta nella vita)
Berat è un gioiello dell’Albania centrale, abbracciata dal fiume Osum e sorvegliata da un castello millenario. La chiamano la città dalle mille finestre, e non a caso: le case ottomane, bianche, con i tetti rossi e le grandi finestre affacciate sulla collina, sembrano guardare il mondo con occhi pazienti.
Qui, la vita scorre lenta. Niente fretta, niente rumore. Solo il silenzio interrotto dai passi sulle pietre antiche, o dai saluti degli abitanti — sorridenti, accoglienti, semplici. Berat non ti stupisce con effetti speciali. Ti entra dentro con grazia, ti conquista piano, e quando te ne vai, lo fai sempre un po’ a malincuore.
Cosa vedere a Berat (senza correre, come piace a noi)
Il Castello di Berat
Salire al castello è quasi un rituale. La salita non è semplicissima, soprattutto se fa caldo o se avete bambini piccoli, ma la vista ripaga ogni goccia di sudore. Dentro le mura, che ancora oggi ospitano famiglie, si apre un mondo: chiese ortodosse, botteghe artigiane, gatti assonnati e bambini che giocano tra le pietre. È uno dei pochi castelli abitati d’Europa — e si sente.
Il quartiere Mangalem
Se cercate la foto perfetta di Berat, eccola: il quartiere Mangalem che si arrampica sulla collina, le case ottomane, le finestre che sembrano sfiorarsi, il fiume Osum a specchiarle. È la parte più iconica della città. Passeggiare qui è come camminare dentro un libro di fiabe orientali.

Il ponte Gorica e il quartiere sull’altra riva
Attraversando il ponte Gorica — un gioiello in pietra del XVIII secolo — si entra in un altro mondo: più silenzioso, più lento, più autentico. Il quartiere Gorica è meno frequentato dai turisti, ma merita ogni passo.
Noi ci siamo stati solo un giorno, ma ce ne vorrebbero almeno due o tre
Siamo arrivati a Berat a metà mattina e l’abbiamo lasciata la mattina dopo. In poche ore abbiamo camminato tanto, visto molto, assaporato qualcosa. Ma il tempo non è bastato. È una di quelle città che si meritano almeno due o tre giorni, per essere davvero vissute. Non tanto per “riempirli” di attrazioni, quanto per rallentare, restare, osservare. Berat non è fatta per correre.
Cosa fare a Berat in 2 o 3 giorni
Giorno 1
- Arrivo e sistemazione
- Esplorazione del quartiere Mangalem
- Salita al castello per il tramonto
- Cena con vista sul fiume Osum
Giorno 2
- Visita al Museo Iconografico Onufri
- Passeggiata a Gorica
- Tè o caffè lungo Bulevardi Republika, il viale più rilassato della città
- Cena in una terrazza con le finestre illuminate
Giorno 3 (opzionale)
- Escursione nei dintorni: Roshnik per assaggiare il vino locale, oppure il canyon dell’Osum per chi ama un po’ di avventura
- Relax, shopping di prodotti artigianali, ultimi sguardi alla città
Berat con bambini
Berat si presta bene a un viaggio con i bambini, a patto di avere un po’ di pazienza e tanta voglia di camminare. Noi l’abbiamo visitata in giornata con Sofia che aveva 5 anni, e anche se non tutto è stato agevole, è stata una delle tappe che ricordiamo con più affetto.
Il centro storico è pieno di salite, vicoli, gradini irregolari. Ma è anche un luogo dove ci si può lasciare andare al ritmo lento, senza pressioni, lasciando che i bambini scoprano dettagli, forme, colori, gatti che spuntano da dietro un portone e signore sedute sui gradini che li salutano come se li conoscessero da sempre.

Sofia è salita con noi fino al castello e, anche se un po’ stanca, è arrivata fino in cima. Le mura, i panorami e lo spazio per correre hanno ripagato la fatica. Abbiamo fatto soste frequenti, preso un gelato sul Bulevardi Republika, e lasciato che si sedesse un po’ all’ombra mentre noi sorseggiavamo un caffè.
Il quartiere Mangalem è stato il suo posto preferito: diceva che sembrava un paese delle bambole, con tutte quelle case bianche con le finestre uguali. Attraversare il ponte Gorica è stata un’altra piccola avventura — una passeggiata tranquilla ma diversa dal solito, con il fiume sotto e il vento leggero sul viso.
Se viaggiate con bimbi piccoli, meglio evitare il passeggino (le strade sono tutte acciottolate) e armarsi di scarpe comode, borraccia e spirito di adattamento. Ma vi assicuro che vedere Berat attraverso gli occhi di una bambina di cinque anni le dà una luce ancora più dolce.
Dove dormire, mangiare e bere (senza finire nel garage come noi)
Se potessi tornare indietro, forse non sceglierei di nuovo quel mini-hotel con l’ingresso dal garage, anche se ora abbiamo un aneddoto simpatico da raccontare agli amici. E comunque, a Berat, le sistemazioni sono tante, spesso familiari e con una vista da togliere il fiato.

Cercate:
- Guesthouse tradizionali con colazione servita in terrazza
- Alloggi nel quartiere Gorica se volete più tranquillità
- Evitate gli hotel troppo moderni — qui vince l’atmosfera
A tavola
- Provatela la byrek, la tavë kosi, i formaggi locali
- E se vi offrono la rakija alle tre del pomeriggio… magari declinate con garbo o… innaffiate le piante, come me
Berat è una poesia
Berat non è solo un luogo da vedere. È un luogo da ascoltare. Tra una finestra e l’altra, tra un tè e un sentiero acciottolato, tra un sorriso e una domanda fatta a gesti, ti rendi conto che sei nel cuore dell’Albania più vera.
Non è tutto perfetto, no. A volte è scomoda, un po’ ruvida, ma è proprio questo che la rende indimenticabile. E quando scenderete di nuovo verso il fiume, con lo zaino un po’ più pieno e il cuore decisamente più leggero, capirete che certe città non si visitano. Si vivono. E Berat è una di quelle.
