Quando pensiamo di trasferirci all’estero, o quando pensiamo ad un expat, ci vengono in mente Paesi come l’Inghilterra, la Francia, l’Australia o gli Stati Uniti, la Thailandia o la Cina se pensiamo a luoghi più lontani. Non ci viene mai in mente l’Indonesia, eppure – come il film Eat, Pray, Love ci insegna – c’è una vasta community di expat che popolano Bali e dintorni. Ed è proprio a Bali che ci porta Cinzia, in arte Bru, dove vive dal 2015. Vivere in Indonesia non è un sogno irrealizzabile in fin dei conti, certo bisogna avere forza d’animo, coraggio e un pizzico di follia.
Raccontaci qualcosa di te, di quando ti sei trasferita all’estero.
Tutti i miei amici viaggiatori mi conoscono come Bru, ma il mio vero nome è Cinzia Gallastroni. A giugno 2015 sono partita dall’Italia, con una lista di paesi da visitare, avevo pensato di fare un mini-giro del mondo, erano luoghi che mi sembravano più adatti per iniziare la mia nuova vita, tra i quali: Indonesia, Australia, Spagna, Grecia, Sudafrica e Malesia …
Ho avuto la pessima idea di iniziare dall’Indonesia, paese dove ero stata diverse volte in vacanza, purtroppo o per fortuna, non ho mai completato quella lista. L’intero paese e soprattutto Bali e la sua atmosfera, mi avevano definitivamente conquistato, ci sono rimasta fino a ottobre. Sono rientrata in Italia, giusto il tempo per chiudere tutta la mia vecchia vita. A gennaio 2016 ho salutato famiglia e amici italiani, e mi sono trasferita stabilmente a Bali.
Trasferirsi in Indonesia: cosa ti ha spinto a fare questa scelta di vita e perché hai scelto proprio di vivere a Bali?
Per chi come me ama viaggiare, l’Indonesia è una vera miniera, mare stupendo, panorami mozzafiato, tantissime isole tutte diverse l’una dall’altra.
Spesso nei miei articoli ho definito Bali l’isola imperfetta, ma è anche unica e inimitabile, un’isoletta vasta come la Liguria che riesce a racchiudere un mondo, un mix variegato di oriente e occidente, luci e ombre, pace e caos.
Oltre a questo, c’è un popolo che con i loro modi garbati e sorridenti e la loro cultura, ti rapisce il cuore.
Di cosa ti occupi nella vita?
Sono una viaggiatrice che ama scrivere, mi piace raccontare quello che i miei occhi vedono, riportando le emozioni che provo nel mio bighellonare, amo viaggiare e fare viaggiare gli altri.
Da diversi anni ho aperto un blog: Indonesia con Bru, Viaggiare insieme, dove mi diletto a fare la travel blogger e travel designer. Il blog parla di tutto quello che riguarda il viaggiare ovunque nel mondo, ma ha tre sezioni speciali: Indonesia – Stati uniti D’America – Australia, dove è possibile trovare tutto quello che serve per un viaggio in questi paesi, informazioni, spunti e curiosità.
Da gennaio 2021, percorro questo viaggio insieme ad altri amici Grandi Viaggiatori e una blog socia Paola. Paola è un’agente di viaggio, cura tutto quello che riguarda la biglietteria e le prenotazioni, leggi e assicurazioni, ed è una grande esperta di Stati Uniti D’America, sempre pronta a rispondere a ogni dubbio o richiesta di un viaggiatore. L’unione di una travel designer fantasiosa come me, e di un’agente di viaggio esperta come Paola, è sicuramente il valore aggiunto di Indonesia con Bru.
Qual è l’aspetto che ti piace di più del vivere all’estero?
Conoscere persone che provengono da ogni luogo del mondo, e poter avere uno scambio culturale a 360°. Mi piace mettermi in gioco ogni giorno, sfidando me stessa e i miei timori, e poi ho davvero aperto gli occhi sul mondo.
E quello che ti piace di meno?
Essere molto lontana da tutti, mi mancano le chiacchere e le passeggiate con le amiche, prendere un caffè o fare shopping insieme a loro.
Qua come penso in qualsiasi altro posto del mondo, l’aspetto più spinoso sono i rapporti umani. Molto complicati quelli con gli altri expat, soprattutto connazionali, dove spesso viene a mancare il rispetto reciproco e l’unione, spesso basta dire una parola in più per creare disagi e discussioni.
La popolazione locale è molto gentile e disponibile, e a una prima impressione sembra assolutamente facile creare amicizie stabili, invece è molto raro, difficile andare oltre un rapporto di semplici come stai oggi e dove vai…
Cosa ti manca dell’Italia?
Sono italiana e lo sarò per sempre, non sono una di quelle che parte, rinnega il suo paese e lo ritiene peggio di altri. Provo un piacere immenso a tornare in Italia come turista, ne apprezzo ogni momento, e oggi il mio paese mi piace più che mai. Casa è il posto dove stai, e oggi la mia casa è molto lontana da dove sono nata. Quello che mi manca di più sono gli affetti della famiglia e amici, e le nostre piccole deliziose manie tutte italiane.
Hai incontrato delle difficoltà nel vivere in Indonesia? Se sì, quali?
I primi mesi dell’espatrio mi sentivo leggera come una farfalla, vivevo un sogno. Poi sono arrivate le prime difficoltà burocratiche e linguistiche culturali, in questo paese non ti mimetizzi, noi occidentali non siamo agevolati in nulla.
La cosa più frustante è che non possiamo possedere nulla di nostro, anche se paghiamo tutto il doppio rispetto ai locali.
Come sarebbe crescere dei figli ed avere una famiglia in Indonesia?
Non ho fatto questa esperienza ma ho amici che hanno figli, da mettere in conto in questo caso il costo molto elevato delle scuole internazionali. Se avessi un figlio, mi piacerebbe che crescesse tra L’Europa e L’Asia, la trovo un’esperienza d’incredibile arricchimento linguistico e culturale.
In breve, quali sono gli step da fare per trasferirsi in Indonesia?
La cosa più importante e non arrivare qua da sprovveduti, senza conoscere bene il paese, viverci è molto diverso dalla vacanza.
Il primo step è venire nel paese in varie stagioni (umida e secca) e passarci qualche mese, magari provando più isole, sempre guardandosi bene intorno, valutando i pro e contro. Affidarsi a una buona agenzia d’immigrazione che in questo caso diventa anche sponsor.
Almeno all’inizio dell’espatrio, volare basso e non lasciarsi tentare dalla vita facile, dalle belle ville con piscina e servitù, anche qua hanno un costo elevato, e alla lunga i soldi spesi diventano come quelli che si spenderebbero in Europa o anche di più.
Quali raccomandazioni daresti a chi volesse trasferirsi e vivere a Bali?
Oltre a quelli scritti sopra ….
Se si viene per lavorare, non dare mai retta a quello che si legge sui vari social, e stare attenti alle truffe di soci locali troppo ben predisposti. Accertarsi che l’attività che vogliamo intraprendere sia permessa dalla Manpower indonesiana, anche a un occidentale.
La pandemia in questa parte di mondo ha cambiato molte cose, ci vorranno anni prima che tutto ritorni come prima. Se venite a Bali per intraprendere un’attività, siate originali e innovativi, e non vi limitate a pasta pizza e turismo, che sono settori saturi e in profonda crisi.
Se tornassi indietro, rifaresti la scelta di andare a vivere in Indonesia?
Non riesco a dare una risposta a questa domanda, sicuramente farei il mini-giro del mondo senza fermarmi alla prima meta.
Chiudiamo con una nota positiva per tutti i nostri amici amanti dei viaggi: hai avuto modo di viaggiare/esplorare i dintorni da quando vivi lì?
Eccome se viaggio, la scelta di Bali è nata anche per la sua posizione, a cavallo tra Asia e Oceania, avere un aeroporto internazionale che permette in poche ore di andare quasi ovunque in questa stupenda parte di mondo: Tailandia, Malesia, Vietnam, Giappone, Cina …
L’Indonesia è immensa, e in ogni viaggio cerco di vedere nuove mete, mi piace tantissimo andare alla scoperta di isole lontane e poco conosciute, infine ho finalmente avuto la possibilità di fare avverare il mio grande sogno, quello di viaggiare in Australia.
La voglia di esplorare è ancora tanta, dopo questa pandemia io, come tutti i viaggiatori, siamo in scalpitante attesa di riprenderci la libertà di viaggiare ovunque nel mondo.