Vincent van Gogh, non solo pittore, ma anche uomo con una personalità unica. Di questo e altro leggerete in questo articolo, e se lo leggete fino alla fine troverete anche informazioni su dove ammirare le sue opere!

Giovedì 3 dicembre alle ore 20:00 il Moma di New York trasmetterà in streaming una strepitosa diretta dedicata a una delle pitture più famose al mondo: “notte stellata” di Vincent van Gogh. Se siete curiosi quanto me di poter assistere a questo appuntamento presentato dalla curatrice Ann Temkin, non dovrete far altro che cliccare qui. Approfittiamo allora di  questo fatidico evento, per poter rispolverare alcune nozioni sulla vita di questo indimenticabile artista!

Se avete visitato il Van Gogh Museum di Amsterdam o più semplicemente avete assistito a una delle numerose esposizioni dedicate al noto artista Vincent van Gogh, allora saprete bene che per destreggiarsi tra le sue opere e poterle apprezzare appieno, c’è bisogno di un piccolo aiuto, o meglio… di un vero “manuale di istruzioni”, specie sulla sua sfera psicologica e umana!

Martina con Vincent van Gogh

Burbero, problematico, asociale, psicopatico, lunatico… sono solo alcuni degli aggettivi che superficialmente possono passare per la testa di uno spettatore comune quando pensa a Vincent van Gogh, uno degli artisti più conosciuti al mondo. Miti e leggende riguardanti il pittore olandese, hanno sicuramente accresciuto la sua conoscenza al grande pubblico, eppure basterebbe scavare un po’ di più, sotto la superficie, per poterlo decisamente rivalutare, specie a livello umano. 

Biografia artistica di van Gogh: un instancabile stacanovista

Ciò che dobbiamo assolutamente ricordare quando ci troviamo dinanzi a uno dei lavori di Vincent van Gogh, è che quest’ultimo si affaccia al mondo dell’arte molto tardi rispetto agli altri artisti della sua generazione. Impara a destreggiarsi tra matite e colori da autodidatta, dapprima imitando le opere dei grandi maestri del suo tempo, come Rembrandt, Van Goyen, Millet e successivamente osservando la realtà intorno a lui.

Non è un caso, dunque, se i suoi disegni e le sue creazioni sono quasi del tutto privi di regole prospettiche e non rispettano i canoni accademici a cui il nostro occhio è abituato! Si badi bene: Vincent proverà a frequentare l’accademia di Anversa e lo studio parigino di Cormon, tuttavia il suo carattere impetuoso non gli permette mai di completare gli studi poiché gli sembra sempre di “perdere tempo”. 

Spesso si dimentica che Vincent van Gogh opera nel mondo dell’arte solo per 10 anni – dal 1880 al 1890 – producendo all’incirca 1.500 opere, tra disegni e dipinti. Nessun altro nella storia dell’arte ha mai realizzato un quantitativo così considerevole di beni in un periodo di tempo così limitato! … E pensare che Monet, in 60 anni di lavoro, ne creerà “solo” 2.000.

Capolavoro di van Gogh
Source: Pixabay

Vincent Van Gogh: un’anima errante

Vincent van Gogh è per natura un viaggiatore instancabile, una foglia che vibra nel vento e si dirige ovunque la porterà la corrente. Cospicue sono le località che possono vantare una sua “comparsata”, a cominciare da Bruxelles, Parigi, Londra Borinage, Etten, l’Aia, la Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy ed Auvers-sur-Oise. Questo suo continuo vagabondare inizialmente è legato a questioni lavorative, poiché per alcuni anni van Gogh è mercante d’arte presso la casa d’aste Goupil.

Questo suo essere “cittadino del mondo” è sicuramente un lato affascinante del carattere di Vincent, eppure risulta essere anche il suo punto debole, poiché lo costringe ad essere costantemente senza radici, lontano da quei cari che, forse… avrebbero potuto fare davvero la differenza per lui (col senno di poi!). 

Verba volant, scripta manent!

Vincent van Gogh durante il corso della sua vita scrive una moltitudine di lettere in cui, con dovizia di particolari, descrive le sue giornate, i continui conflitti psicologici e… il pensiero che ha accompagnato ogni sua opera. Oggi, queste famose lettere (più di 900) indirizzate principalmente all’adorato fratello minore Theo, alla sorella Will e agli amici più cari sono considerate vere e proprie pagine di letteratura che l’artista ha lasciato al mondo intero! Proprio grazie a queste lettere, qualunque curatore sa bene che quando bisogna allestire un percorso espositivo dedicato a questo artista, c’è poco spazio all’interpretazione!

La continua ricerca di affetto

Le delusioni sentimentali sono pane quotidiano per il nostro adorato artista! Tra le innumerevoli epopee amorose vissute da Vincent van Gogh, merita un’attenzione speciale quella intrecciata con la cugina Kate – o Kee – rimasta vedova e con un figlio di 4 anni da crescere. Il pittore perde talmente tanto la testa per lei che a un certo punto, per dimostrarle il suo amore, si brucerà la mano come “prova d’amore”. Il risultato? La ragazza scappa a gambe levate!

Di tutt’altro peso è la relazione sbocciata all’Aia, con Sien Hornik, una prostituta sifilitica incinta e già madre di una bambina di 5 anni. Per Vincent questa è l’occasione tanto attesa per poter realizzare la propria famiglia ed essere felice…  tuttavia non aveva fatto i conti con la realtà! I suoi genitori, fortemente religiosi (il padre era predicatore) e legati a determinati valori, lo diserederanno e lo giudicheranno incapace di intendere e di volere, proprio a causa di questa relazione. Economicamente alle strette, van Gogh decide di lasciare Sien e di continuare questo suo viaggio artistico portando con sè un grande rimorso.

Il colore come mezzo di comunicazone

Ingenuamente si crede che il colore irrompa nelle opere di Vincent van Gogh, durante il suo soggiorno ad Arles, ovvero nel 1888. Tuttavia, la sua tavolozza inizia ad abbandonare le tonalità scure (tipiche del nord Europa) già tre anni prima, durante il suo soggiorno a casa di Theo, a Parigi. Questo cambio di prospettive è stato certamente incentivato dalla scoperta degli impressionisti e dei post impressionisti, come Seurat e Signac. Dal suo soggiorno apprende la novità di condensare la realtà attraverso il colore, una sintesi nata dal ragionamento, dal pensiero o dalle emozioni.

Dopo tre anni, Van Gogh quasi non riesce più a sopportare la capitale, in quanto la considera troppo borghese, caotica, cittadina…  e non vede l’ora di trasferirsi nel sud della Francia, dove potrà scoprire “la vera luce”. Theo, ormai stufo di avere il fratello per casa, lo aiuta economicamente ad intraprendere il viaggio verso Arles, un paese del meridione suggeritogli da Cézanne. Una volta giunto in questo luogo, Van Gogh non può credere ai suoi occhi: ad attenderlo non c’è la tanto agognata luce, bensì 20 cm di neve… anche se lui scriverà di averne trovati 60!

Una luce che…brucia dentro!

Quando si osservano le opere del periodo di Arles, è impossibile non pensare al rapporto problematico tra Van Gogh e Gauguin. Erroneamente molti film e romanzi moderni hanno reinterpretato il legame tra i due e la loro eterna competizione artisticamente, in chiave “50 sfumature di grigio”, creando non pochi fraintendimenti!
Ciò che dobbiamo capire è che durante il soggiorno ad Arles, Vincent è costantemente sotto pressione, denutrito e lavora ininterrottamente, anche di notte. Il crollo psicologico è praticamente alle porte e si renderà manifesto con il famoso episodio splatter dell’auto-amputazione del lobo dell’orecchio.

Van Gogh giustifica questo suo stato traballante, spiegando che è tutta colpa del chiarore del sud: quella stessa luce che ha tanto a lungo agognato lo sta annientando dall’interno. L’unica soluzione? Chiedere aiuto all’ospedale di Saint Paul de Mausole, a Saint Rémy de Provence, dove si fa ricoverare per un anno. In questo luogo prendono vita le opere più emozionanti di van Gogh, come “Iris” e la già menzionata “notte stellata”.

Notte stellata di Vincent van Gogh
Source: Pixabay

Il 16 maggio 1890, ad un anno esatto dal suo ricovero spontaneo, Van Gogh lascia la struttura psichiatrica, grazie anche al resoconto del dottor Peyron che lo giudica completamente guarito. Lasciato il manicomio, Vincent parte subito alla volta di Parigi, per andare a trovare il fratello Theo e per conoscere l’ultimo arrivato in casa Van Gogh: il nipotino che come lui si chiama Vincent. Per il piccolino, lo zio creerà una delle tele più emozionanti di tutto il suo repertorio: ramo di mandorlo in fiore.

Come ben sappiamo questa storia non ha un lieto fine, poiché solo qualche mese più tardi Van Gogh si sparerà al cuore con un colpo di pistola e sei mesi più tardi, il fratello Theo lo raggiungerà.

Molto altro ancora si potrebbe raccontare su Vincent van Gogh, ma ahimè bisognerebbe scrivere un saggio! Spero che queste piccole chicche vi possano essere utili per poter apprezzare ancora di più le opere di quest’uomo dalla vita…decisamente complessa.

Dove ammirare le opere di Van Gogh

Come anticipato all’inizio dell’articolo c’è un museo dedicato a Van Gogh ad Amsterdam, e se siete da quelle parti, non potete assolutamente perderlo! Lì sono raccolte molte delle sue opere più importanti.

L’ingresso non è per niente economico, ma se amate questo pittore, ne vale la pena. La cosa positiva è che i bambini/ragazzi dai 0 ai 17 anni entrano gratis, gli adulti invece pagano 19,00€.

Qui potete trovare date e orari di apertura aggiornati.

Museo di Vincent van Gogh ad Amsterdam
Source: Pixabay

Visto che al momento l’Europa sembra essere ancora lontano, in questo periodo è in programma un mostra a Padova, curata da Linea d’ombra, intitolata “Van Gogh. I colori della vita”. Tuttavia, in ottemperanza del DPCM del  3 Novembre, è temporaneamente chiusa fino al 3 dicembre.
Non ci resta che incrociare le dita!