Da un anno a questa parte ormai il turismo di prossimità è diventato un nuovo modo di viaggiare e di vivere il viaggio e nonostante abbia tanti lati positivi per chi ama viaggiare a lungo raggio è un limite non da poco.
Capiamo insieme cos’è il turismo di prossimità e quali sono i pro e i contro.
Da oggi il Veneto è, per l’ennesima volta, in zona arancione. Così come tante altre regioni italiane. Ci siamo abituati ormai a definirci in base al colore giallo, arancione o rosso e in base a questo ci siamo abituati a poterci, e soprattutto a non poterci, spostare da comune, città, regione. Io personalmente non ne posso più, ma penso che il mio sia un sentimento molto condiviso.
Ieri siamo stati a Jesolo nell’ultima domenica di libertà prima di tornare arancioni – e quindi limitati – e come noi tante altre persone che da varie zone del Veneto sono andate al mare per respirare un po’ di aria di mare e di libertà.
Da una parte mi ha stupito e amareggiato vedere tanta gente ammassata nei bar e nei chioschi sulla spiaggia, purtroppo è a causa di questi assembramenti se siamo ancora messi così, dall’altra però c’era anche tanta gente che rispettava distanze e che indossava – correttamente – la mascherina, segno che voleva solo godersi un po’ di mare e una passeggiata in relax prima della nuova chiusura. Noi rientriamo in questo secondo gruppo. Abbiamo evitato bar ed assembramenti e abbiamo passeggiato lungo la battigia per respirare quel senso di libertà che tanto ci manca.
Ma sto divagando visto che vi volevo parlare del turismo di prossimità.
Cos’è il turismo di prossimità?
In questo anno di pandemia si è fatto un gran parlare di turismo di prossimità, ma cosa si intende per turismo di prossimità? Altro non è che un andare alla (ri)scoperta di luoghi non lontani da dove viviamo, quindi borghi, bellezze naturali, città nella nostra regione o nelle regioni limitrofe (per quando ancora ci si poteva spostare tra regioni).
Si tratta di un tipo di turismo a cui tanti di noi non erano più abituati vista la convenienza dei voli low-cost e la facilità di andare all’estero e in mete meno vicine. Tanto più che se siete come me, probabilmente procrastinate la visita di quella chiesa o di quel palazzo dietro casa, perché tanto è sempre lì e potete farlo appena non avete niente da fare.
La verità è che poi si ha sempre qualcos’altro da fare e quindi si tende a non visitare ciò che il nostro territorio ha da offrire. Succede spesso anche vivendo in grandi città. Quando vivevo a Londra ad esempio non ho visitato alcuni musei perché tanto avrei avuto occasione di farlo e invece poi sono tornata in Italia senza averli visitati.
Pro e contro del turismo di prossimità
I pro
- Riscoprire luoghi vicini a noi che magari abbiamo visitato in modo superficiale oppure tanti anni fa (magari in occasione delle gite scolastiche)
- Scoprire borghi e cittadine che per mancanza di tempo, voglia o altro non abbiamo mai avuto modo di visitare. In Italia abbiamo la fortuna di avere tantissimi posti bellissimi che però magari non conosciamo oppure che, avendoli vicini, ci siamo sempre detti ‘vabbè tanto la prima domenica che ho tempo andrò a visitarlo’
- Scoprire musei e realtà artistiche, storiche e architettoniche minori non per importanza ma semplicemente perché in paesi più piccoli o con minori possibilità di pubblicizzarsi, ad esempio in Val di Fiemme ho potuto scoprire il Museo Casa Begna, che non avevo ancora avuto modo di visitare;
- Il turismo di prossimità ci dà la possibilità di scoprire i tanti piatti e le tante specialità del territorio nei ristoranti e nelle osterie locali
- Abbiamo l’opportunità di provare esperienze ed attività che si fanno sul territorio ma che sempre per la solita mancanza di tempo o di voglia non abbiamo provato. Io qualche anno fa con Michele ho provato a fare rafting sul fiume Avisio in Val di Fiemme ad esempio.
Se volete qualche idea su cosa visitare in Veneto, vi lascio un articolo dedicato
I contro
- Chi come me ama scoprire posti totalmente diversi e provare sapori nuovo è molto limitato da queste restrizioni e può risentirne a livello psicologico
- Il non poter avere contatti con persone che parlano lingue diverse, a meno che non ci siano degli expat che vivono nei paesini vicini ai vostri o che abbiate contatti presi precedentemente, andare in un Paese straniero e parlare la lingua del posto al momento sembra un’utopia lontana
- Visitare luoghi vicini può diventare un limite per chi li ha già visitati tutti e ha voglia di vedere o di fare qualcosa di diverso
- Chi non ama particolarmente il luogo in cui abita può soffrire particolarmente il fatto di non potersi spostare fuori comune, regione o Paese
Come la penso io sul turismo di prossimità
Da una parte il turismo di prossimità è una risorsa: per l’economia turistica che in questo modo ha la possibilità di superare questo momento difficile ed è sicuramente positivo per quanti come me hanno sempre favorito l’estero e non conoscono ancora tanti luoghi del nostro Bel Paese.
D’altra parte però è sicuramente un limite. Io ad esempio sento molto la mancanza di salire su un aereo e partire per una destinazione più o meno lontana. Sono stata felicissima l’anno scorso di poter andare a Kos e se non ci fossi potuta andare mi sarebbe dispiaciuto enormemente. Allo stesso modo però mi manca la libertà di poter andare dove voglio, nonostante capisca benissimo il motivo delle restrizioni.
Ormai sembra impossibile poter fare un viaggio fuori Europa, e pensare che soltanto un anno fa potevamo prendere e andare ovunque nel mondo.
L’incognita di non sapere quando potremo tornare a viaggiare è un’altra cosa che mi fa impazzire. Quando potremo di nuovo visitare luoghi lontani o anche solo semplicemente uscire dalle nostre regioni? Quando potremo di nuovo perderci tra odori e sapori diversi, fermarci ad ascoltare una lingua totalmente diversa dalla nostra? Quando?
Ci sono talmente tanti viaggi che vorrei fare, e probabilmente le restrizioni diminuiranno gradualmente quindi questa libertà che tanto mi manca non ce l’avremo per ancora tanto tempo! Io non ne posso più, e voi?