Valentina ha 30 anni e un giorno all’improvviso il suo ragazzo le ha detto ‘partiamo per l’Australia?’, lei ha detto sì, senza pensarci due volte e ad aprile dell’anno scorso sono partiti insieme per quest’avventura. Durante quest’anno down under, Valentina ha viaggiato tanto, innamorandosi dell’Australia, ma ha anche lavorato nel settore hospitality, gestendo come manager un piccolo locale nel centro di Brisbane.
Valentina, stanca di aspettare le ferie annuali, ha preso in mano la sua vita e consiglia a tutti di fare quest’esperienza. Le difficoltà non mancano, come abbiamo letto anche nelle altre esperienze di vita all’estero, ma i pro sono talmente tanti da rendere le difficoltà un piccolo prezzo da pagare per un’esperienza che vi cambierà la vita.
Cosa ti ha spinto a dire di sì alla domanda ‘partiamo per l’Australia’?
In Italia la mia vita si sarebbe potuta definire quasi “perfetta”: un buon lavoro a tempo indeterminato con una posizione di responsabilità, una famiglia unica, tanti amici speciali, un fidanzato, tanti hobbies e passioni. Una routine di tutto rispetto, se vogliamo. Tuttavia, mi sentivo sempre molto irrequieta, spesso rimuginavo sulla sensazione continua che tutto quello non fosse comunque abbastanza per me, non mi sentivo soddisfatta. Diciamocelo: il nostro è un paese meraviglioso…ma quanto è grande il mondo là fuori? Ho da sempre la passione dei viaggi, ereditata dalla mia famiglia, dalla mia nonna materna in particolare. Ma non ne potevo più di vivere la mia vita con il countdown impostato costantemente sull’inizio delle ferie. Trascorrevo le mie giornate sperando che terminassero velocemente, una dopo l’altra, un conto alla rovescia continuo sino al giorno del check-in e dell’imbarco verso una nuova emozionante avventura. Mi ripetevo: non è giusto, devono per forza esserci delle alternative. E così quando Enrico, il mio ragazzo, quella mattina di febbraio del 2019 è entrato in casa dicendomi “partiamo per l’Australia?” mi è sembrata un’occasione irrinunciabile e piovuta dal cielo apposta per me.
Qual è stato l’aspetto che ti è piaciuto di più del vivere all’estero?
Sarò sincera, non è facile. Non mi sono trasferita in Senegal o in India, la società australiana è all’apparenza molto simile alla nostra. Tuttavia, se dall’esterno possono risultare molte similitudini, vi assicuro che non è affatto così. Giorno dopo giorno ti rendi conto che devi rimetterti in gioco e apprendere meccanismi per te assolutamente estranei che soggiacciono alla base di una società differente da quella in cui sei stata formata. Ma se devo essere sincera, questa difficoltà è stata proprio uno degli aspetti che hanno trasformato la mia esperienza down under in qualcosa di travolgente e stimolante.
È un po’ come essere di fronte ad un’immensa lavagna bianca completamente vuota e a te è affidato il compito di tracciare le istruzioni da seguire per la nuova avventura che ti aspetta. Le possibilità sono pressoché infinite! Vuoi lavorare in un settore completamente diverso o coltivare nuove passioni? Vuoi stringere nuove relazioni? Vuoi dedicare il tuo tempo al viaggio e ad esplorare un paese sconosciuto e meraviglioso? Puoi fare semplicemente tutto quanto. Non hai confini…e questo è spettacolare.
Hai avuto modo di viaggiare e di esplorare l’Australia?
Sicuramente la possibilità di esplorare questo continente è stata l’aspetto che più di tutti ha esercitato un’immensa attrazione su di me. Nel corso dei mesi passati qui, abbiamo sfruttato ogni occasione per addentrarci nella scoperta dei territori circostanti. Ciò che sbalordisce maggiormente dell’Australia, ciò che ti lascia assolutamente senza fiato sin da subito, è la sua onnipresente componente naturalistica. Già dalla terrazza di casa, nel nostro sobborgo cittadino di Brisbane, ci sediamo la mattina a far colazione e siamo circondati dai pappagalli variopinti che si rincorrono fra gli alberi del giardino. Non è incredibile? Quanti pappagalli allo stato brado si vedono in Italia? E poi, in una manciata di chilometri dalla città si apre un mondo fantastico: foreste pluviali, isole esotiche, spiagge infinite, vulcani e foreste abitate da una fitta fauna locale.
Abbiamo amato ogni viaggio in questa terra, ma quello che ci ha travolti completamente è stato l’ultimo compiuto: un on the road di oltre 2500 chilometri che ci ha portati ad incontrare la “vera Australia”, quella dell’outback desertico e selvaggio, popolato da migliaia di marsupiali che balzano ovunque attorno a te. Quella dei canyon giganteschi, dei villaggi di minatori e allevatori.
Un viaggio che è stato quasi surreale, fuori dalle comuni rotte del turismo australiano che si concentrano sulla costa e sulle grandi città. Abbiamo alloggiato in piccoli villaggi abitati da poche decine di abitanti dove mucche e cavalli pascolavano tranquillamente fra le aiuole dei giardini e si avvicinavano spontaneamente per una carezza, senza alcun timore dell’uomo. Siamo stati ospitati in casa della gente, gente di campagna, persone semplici e dal cuore grande. Abbiamo partecipato ad attività fantastiche come il fossicking, scavando alla ricerca di gemme preziose, o la speleologia nelle grotte. Tutto travolgente!! Se vi va di darvi un’occhiata o volete prendere spunto, ecco l’articolo che parla di questo viaggio postato sul mio blog Australia on the road: itinerario di 12 giorni da Brisbane
Hai incontrato delle difficoltà da quel ‘partiamo per l’Australia’ ad oggi? Se sì, quali?
Tralasciando le difficoltà connesse naturalmente al cambio di vita – nuove abitudini, divergenze culturali, ricerca di una casa o di un lavoro – posso dire ad oggi con certezza che la parte più ardua di questa avventura è stata la sofferta mancanza delle persone importanti della mia vita. L’Australia è molto lontana, non siamo a Londra dove con un volo low cost di un’ora puoi raggiungere i tuoi cari. Durante i primi mesi tutto scorre avvolto dall’aurea dell’eccitazione e della novità e quasi non te ne rendi conto. Ma arriva un punto, e arriva per tutti, in cui inizi a pensare alla tua vita precedente, ai luoghi in cui sei nato, alle persone con cui sei cresciuto…e inizi a farlo con insistenza ed estrema malinconia.
Volete sapere quale aspetto della mia vita precedente mi manca con maggiore intensità? I miei gatti. Sembrerà infantile, ma sapete…con le persone ti scrivi, ti senti al telefono, ti scambi fotografie e pensieri. Mentre ad oggi sono 11 mesi che non vedo i miei 3 gattoni e mi mancano così tanto che sarei disposta a pagare a caro prezzo un biglietto aereo per poterli coccolare qualche giorno 🙂
Quali competenze hai acquisito a livello personale e/o professionale?
A livello professionale, beh…ho imparato un lavoro del tutto nuovo per me ed è stato un motivo di grande orgoglio rendermi conto di essere stata perfettamente in grado di farcela, con pochi intoppi, dimostrando il mio valore in un mondo a me estraneo, a persone sconosciute e parlando una lingua diversa.
Se vogliamo spostarci invece sul piano personale, devo dire che la crescita è stata enorme. Tutti dovrebbero farlo almeno una volta nella vita: uscire dalla propria comfort zone, lanciarsi nel buio dell’ignoto e mettersi alla prova. Ciò che si ricava da tutto questo non ha prezzo: fiducia e sicurezza in sé stessi e una visione molto più aperta e completa della realtà.
E poi non c’è niente di più bello al mondo dell’incontrare la diversità: in una cultura, in un paesaggio, nel modo di approcciare il quotidiano. Lo sostengo da sempre ed è un po’ il mio mantra: la vera bellezza risiede nella DIVERSITÀ. Proprio per questo, ancora prima di trasferirsi a vivere all’estero, le persone dovrebbero imparare a VIAGGIARE. Spesso, con frequenza, senza pregiudizi e aspettative. Semplicemente vivendo il viaggio e incontrando l’ALTRO.
Quali raccomandazioni daresti a chi volesse trasferirsi all’estero?
Quello che vi voglio dire è questo: FATELO! Non pensateci troppo, non ponetevi dubbi e non lasciatevi fermare dalle paure e dalle incertezze. Tutti dovrebbero rendersi conto che il contesto nel quale siamo nati e cresciuti NON è l’unico esistente al mondo. Non sto dicendo che trasferirvi all’estero vi regalerà una vita migliore o che ve la renderà più semplice. Quello che voglio dire è che solo lasciando il porto sicuro in cui siamo ancorati ci darà la possibilità di sfruttare le infinite opportunità che il mondo ha in serbo per noi. Potrà durare un anno o forse due, oppure pochi mesi o una vita intera…nessuno può saperlo. Quello che so per certo è che se non vi butterete, resterete sempre incatenati ad una sola visione della vita e del quotidiano.
Provarci è sempre e comunque una conquista, solo l’inattività conduce ad un fallimento. Perché viaggiare è meraviglioso, io continuerò a farlo sempre e comunque, anche quando tornerò a casa mia…perché io ci tornerò…ma VIVERE in un posto diverso, ricreando da zero la propria routine quotidiana e il proprio nido…beh, questa è tutta un’altra avventura!! E ricordate, sembrerà una frase fatta ma è pur sempre reale: se potete sognarlo potete farlo. Come scrivo nel mio blog, i sogni si chiamano sogni perché prima o poi si avverano. In caso contrario, si chiamerebbero utopie…
C’è qualcos’altro che vorresti raccontare di questa esperienza?
Un’ultima cosa sì, la vorrei dire: cari lettori, volete sapere quale è stato l’insegnamento più prezioso che ho tratto da questa mia esperienza di vita all’estero? Mi sono resa conto davvero, profondamente, del valore inestimabile di tutto ciò che prima, a casa mia, ritenevo scontato e a tratti noioso e banale. Mi sono resa conto che sì, è vero, chi come me ha uno spirito nomade e sente l’erba crescere sotto ai propri piedi continuamente, spesso fatica a mettere radici in un solo luogo…ma a 15.000 chilometri di distanza ho capito che le vere radici di cui ho bisogno e che saranno per me per sempre importanti, sono quelle affondate nel cuore delle persone che amo, laddove solo mi sento a casa.
Valentina racconta la sua avventura down under, ma non solo, sul suo blog Clic my trip. Andate a dare un’occhiata!