Museo Casa Begna a Ville di Fiemme è sicuramente tra le cose da visitare se siete in vacanza in Val di Fiemme. Un museo che ripercorre attraverso ambienti ed oggetti la vita contadina del Settecento in questa zona del Trentino-Alto Adige.
Se quindici anni fa mi avessero detto che Carano avrebbe un giorno avuto il suo museo, non gli avrei creduto. Quindici anni fa ero scettica sulle potenzialità di Carano, poi me ne sono andata per 10 anni tra università e esperienze di vita all’estero e stando lontana da casa ho finalmente imparato ad apprezzare quello che ora è Ville di Fiemme. (Se mi avessero detto che Carano si sarebbe unito a Daiano e Varena, non avrei creduto nemmeno a quello ma tant’è, le cose cambiano).
Carano ha saputo reinventarsi e Casa Begna ne è l’esempio. Casa Begna è un museo piccolino rispetto ai musei che conosciamo, ma al suo interno racconta perfettamente come viveva una famiglia contadina in Val di Fiemme, in Trentino-Alto Adige, nel Settecento.
Casa Begna, un luogo dove il tempo si è fermato
Casa Begna è uno di quei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. Fin dall’ingresso dove si può leggere un’incisione sul legno che recita
Cos’è un ricordo?
Niente
Non lo si può vedere
Non lo s può toccare
Ma è così forte che non si lascia disfare.
Al centro del paese e in una casa rurale restaurata a puntino, Casa Begna appunto, ci si può immergere per una mezz’oretta – questo il tempo consigliato per una visita – negli usi e costumi di tanti anni fa.
Gli oggetti sottratti al logorio del tempo e dell’utilizzo raccontano di una vita semplice che girava intorno alla famiglia e agli animali, ma anche alle professioni che si praticano ancora oggi, con strumenti diversi, come quella del fabbro o del panettiere. Oggetti che sono stati donati dagli stessi abitanti di Carano e della Val di Fiemme perché possano vivere una nuova vita all’interno del Museo ed essere così rimessi se non in funzione almeno in vista e sottratti così a vòlti (cantine) e tabià (fienili).
Casa Begna racconta la vita contadina attraverso gli spazi che la caratterizzavano, dal vòlto alla stalla, dalla stúa (la stanza da letto) alla cucina, fino ad arrivare al tabià (il fienile).
Gli spazi sono ricreati proprio com’erano, con la stessa disposizione degli oggetti, con un’attenzione per i dettagli davvero ammirevole.
In cucina ad esempio c’è il fogolar, la stufa che era utilizzata per cucinare ma anche per riscaldare le altre stanze. C’è la credenza con tutte le stoviglie esposte, il tavolo e tutto il necessario per cucinare.
Nella stúa oltre al letto ci sono gli oggetti per la toilette quotidiana, i saponi di grasso animale, i libri di preghiere da tenere sul comodino, il comò con i cassettoni dove erano riposti lenzuola ed asciugamani. Ci sono persino una culla e dei completini da neonato.
Al piano di sopra invece si trova la riproduzione di un salotto che probabilmente apparteneva ad una casa signorile. È interessante anche vedere la contrapposizione tra la vita e di conseguenza la casa e l’arredamento dei contadini rispetto a quello dei ‘signori’.
Dal volto – che si trova al piano inferiore della casa – si accede alla stalla e alla cantina. Nella stalla si può vedere una mangiatoia con le catene originali e vari oggetti per la gestione degli animali, nel volto invece sono esposti attrezzi e strumenti per svolgere alcune professioni come quella del panettiere ad esempio.
La nostra guida e presidente dell’Associazione “Museo della gente di Carano -casa Begna”, Damiano Iellici, è stato così gentile da spiegarci a cosa servissero diversi oggetti e come funzionassero.
Vi racconto però un aneddoto, Casa Begna si trova proprio di fianco alla casa dove abitavano i miei nonni quando erano in vita quindi persone che frequentavano entrambe le case sanno delle storie che persino chi gestisce il museo, per via della giovane età, non sa. Ad esempio ci è stato raccontato che la famiglia che viveva in Casa Begna non fosse nota per la pulizia e infatti le galline potevano salire dal volto alla cucina, oppure che da una botola nel pavimento buttassero giù i resti del mangiare direttamente alla stalla.
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Il bello dei musei di paese è anche questo. Le storie che si tramandano di generazione in generazione e il far rivivere il passato anche ai più giovani.
A questo proposito il museo ha creato anche un libretto di parcandole, ovvero racconti popolari, legate al paese di Carano che ora appunto è Ville di Fiemme. Il bello di questo libretto è che riporta le storie sia in dialetto che in italiano, quindi se non foste della zona, potrete divertirvi a indovinare la pronuncia di alcune parole a voi sconosciute. Belle anche le illustrazioni ad opera di Marcella Dagostin.
Per avere la vostra copia potrete scrivere al museo oppure ritirare la vostra copia alla fine della vostra visita. È gradita un’offerta libera.
Al momento inoltre è attiva la mostra “La Fiemmeite e i minerali di Fiemme” in collaborazione con il Museo Geologico di Predazzo e il MUSE di Trento.
Visitare il Museo Casa Begna a Ville di Fiemme: orari di apertura e contatti
Museo Casa Begna è aperto dal mercoledì al sabato dalle 15.30 alle 17.30 – ma per rimanere aggiornati su mostre, aperture ed eventi vi consiglio di visitare il sito ufficiale o la pagina Facebook del Museo. Vi lascio anche i contatti:
Museo Casa Begna
Via Leonardo Bonelli, 2 Carano
38099 Ville di Fiemme (TN)
Tel. 340 9316786
Se invece volete dei suggerimenti dove mangiare in Val di Fiemme, qui trovate l’articolo con 3 consigli gustosi.
Se lo avete già visitato, scrivetemi nei commenti se vi è piaciuto!