Dopo la Mostra di Monet a Milano che si è tenuta dal 29 novembre 2021 al 30 gennaio 2022 al Palazzo Reale di Milano, ecco un’altra mostra su Monet a Milano che permetterà ad estimatori ma anche a chi d’arte capisce poco di saperne di più su uno dei maggiori esponenti dell’Impressionismo: Claude Monet. Ecco alcune informazioni utili per poter godere al meglio di questo evento e per evitare sorprese.

Martina

Articolo scritto da Martina Ossato, amante dell’arte in tutte le sue sfumature, diplomata in architettura e design, laureata in Beni Culturali e infine specializzata nel 2015 in Discipline Artistiche, con una tesi in economia e commercio dell’arte, presso l’Università di Verona.

Se in questi giorni avete in programma di recarvi a Milano per approfittare di qualche weekend di libertà per poter visitare la città della Madonnina, allora non potete rinunciare a dare un’occhiata a quella che si preannuncia essere una delle mostre più promettenti dell’anno.

Una nuova mostra interattiva organizzata da Fever Up (ve ne avevamo parlato nell’articolo relativo alla Van Gogh Experience) al Parco Sempione di Milano, dal nome Inside Monet VR Experience.

A differenza della mostra precedente, organizzata all’interno delle mura del palazzo di proprietà del Comune milanese, dove era stato allestito un percorso espositivo in cui il pubblico poteva ripercorrere la carriera del pittore francese Claude Monet, questa è una mostra immersiva en plein air.

Ma cosa significa? Significa che potrete immergervi nell’arte e nei quadri di Monet che per la prima volta prenderanno, sarete accompagnati da una guida e un attore durante il percorso all’aperto, con uno storytelling emozionale. Indossando il visore sarà Claude Monet in persona a trasportarvi tra le sue opere più famose, la Virtual Reality vi cambierà la prospettiva.

Monet ritratto_mostra di Monet a Milano tutte le info
Source: Pixabay

4 pillole utili per non essere impreparati alla mostra di Monet a Milano

Ma ora, inoltriamoci un po’ di più nel mondo di Monet e dell’Impressionismo! Ecco alcune informazioni che vi aiuteranno a godere appieno di questa esperienza, specie se volete far colpo sui vostri partner o semplicemente se non siete dei veri e propri fans della storia dell’arte!

  • L’impressionismo nasce tra tazzine di caffè e teste calde!

Che cos’è l’Impressionismo? È una corrente (non un movimento!) artistica e culturale, che nasce nel cuore della capitale francese verso la fine dell’Ottocento. In quegli anni tutto il mondo punta l’attenzione verso la città di Parigi, poiché sta investendo numerose energie e denaro nei confronti di una forte politica di restyling, costruendo eleganti teatri, musei, casinò e caffè.

Ogni boulevard comincia ad essere curato nel dettaglio, mentre le coperture delle stazioni ferroviarie vengono realizzate con modernissimi materiali, come ferro e vetro…In questo clima di spensieratezza e ottimismo iniziano ad incontrarsi al Café Guerbois, i cosiddetti outsiders dell’epoca, ovvero ragazzi di cultura o dallo spiccato estro artistico che si accorgono subito di come questo dinamismo cozzi con la mentalità rigida del passato. 

  • Impressionismo vs macchina fotografica

L’Impressionismo nasce anche come risposta a una delle più importanti invenzioni dell’epoca: la fotografia. La macchina fotografica, difatti, aveva scardinato uno dei ruoli fondamentali dell’arte, ovvero quello di rappresentare la realtà così come appare ai nostri occhi.  È inevitabile che, di fronte a tutto ciò, gli artisti si sentano messi da parte e un po’ privati della loro utilità. È proprio questo crollo di certezze che porta i ragazzi del Café Guerbois ad interrogarsi sul loro futuro e sull’inutilità dell’accademismo.

Ciò che più conta ora è la trasposizione delle emozioni dell’artista, le impressioni che determinati stimoli esterni possono suscitare. Il superfluo viene completamente abolito, così come la prospettiva geometrica, le linee di contorno, il colore bianco e nero e il disegno preparatorio.  L’unico protagonista è il colore puro che deve essere dato nel minor tempo possibile con pennellate veloci, macchie e trattini.

È tuttavia molto buffo pensare che sarà proprio un fotografo, Félix Nadar, il primo a dare fiducia all’operato degli impressionisti, permettendogli addirittura di usare gratuitamente il proprio studio per poter esporre i loro lavori al grande pubblico.

  • Monet, l’inventore dell’ “Impressione”

Monet viene considerato dai più come il padre dell’Impressionismo, anche se in verità simile appellativo spetta a un uomo che ha il cognome molto simile al suo: Manet. Il merito di Claude è certamente quello di aver portato all’estremo compimento tutti i buoni propositi dei ragazzi del Café Guerbois: la pittura en plain air, l’utilizzo dei nuovi colori ad olio in tubetto, la totale mancanza di un disegno preparatorio, i tocchi di colore dati con pennellate veloci  e un incredibile studio sugli effetti della luce.

L’appellativo “Impressionismo” viene  alla luce proprio grazie al titolo della sua opera “Impressione, sole nascente”, esposta nel 1872 e oggi conservata al museo Marmottan di Parigi. La tela venne stroncata da un noto critico dell’epoca, Louis Leroy, che vedendola  ironicamente disse che una carta da parati al suo stato iniziale era certamente più definita di quello scarabocchio! 

  • Monet e le sue ossessioni!

Monet, come molti altri artisti francesi della fine dell’Ottocento, in principio è un normalissimo ragazzo che, grazie all’aiuto di una ricca zia, riesce a trasferirsi a Parigi per studiare arte. Una volta giunto a destinazione, tuttavia, Claude si fa inevitabilmente irretire dell’entusiasmo rinnovatore del Cafè Guerbois e decide di mettere da parte la rigidità e gli stereotipi impartiti dall’Accademia, per privilegiare lo studio delle sensazioni che la realtà esercita su di lui.

Il primo riconoscimento pubblico avverrà solo a quarant’anni, nel 1880, periodo  in cui Monet espose per l’ultima volta al Salon. Grazie ai suoi sforzi, riescì a comprare una casetta immersa nella campagna di Giverny , dove oggi si trova la sua casa-museo e il famigerato laghetto delle ninfee. Negli anni Novanta dell’Ottocento, l’artista si dedica a una serie di opere molto particolari, in cui viene realizzato in modo ossessivo lo stesso soggetto: il suo intento è quello di catturare la variazione della luce nel corso della giornata. Fanno parte di questo periodo le centinaia di Ninfee,  le cinquanta tele dedicate alla Cattedrale di Rouen e alla stazione di Saint Lazare.

Ebbene si, avete letto proprio bene… di opere dedicate al tema delle ninfee ne esistono a centinaia! Difatti questo soggetto era diventato nel corso degli anni una sorta di ossessione per l’artista, che non solo era attratto dalla bellezza del fiore galleggiante, ma anche dalle innumerevoli sfaccettature della luce riflessa nell’acqua. Dai documenti sappiamo che Monet ogni giorno si recava in solitaria nel suo giardino di Giverny, munito di tavolozza e cavalletto, rientrando solo una volta ultimata la sua tela. Simile devozione può essere spiegata solo con il fatto che per lui la pittura è e sarà sempre molto più di una valvola di sfogo… quasi un bisogno fisiologico!

Soggetto preferito da Monet_le ninfee
Source: Pixabay

Informazioni utili per visitare la mostra di Monet a Milano

Potete prenotare i biglietti sul sito ufficiale di Fever Up, e vi consiglio di farlo non appena sapete le date del vostro viaggio a Milano, perché come per Van Gogh si esauriscono in fretta.

  • La durata della visita è di circa 1 ora e trenta minuti.
  • La mostra è accessibile a partire dai 6 anni di età.
  • Al momento ci sono biglietti disponibili solo per i weekend e per i giorni festivi di dicembre.
  • Il costo del biglietto:

Intero € 25 / Ridotto € 20 / esistono poi delle riduzioni per famiglie ma trovate tutte le informazioni sul sito ufficiale

Altre idee per attività da abbinare alla visita alla mostra di Monet a Milano

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