Mostra in Basilica Palladiana a Vicenza. Vi racconto della mostra che si è appena conclusa “Ritratto di donna” e vi dico come trovare i prossimi eventi in Basilica.
La scorsa settimana, le porte della Basilica Palladiana di Vicenza si sono ufficialmente chiuse per la mostra “RITRATTO DI DONNA. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, a cura della dottoressa Stefania Portinari. La conclusione è stata purtroppo imposta dalla delicata situazione attuale, ma anche a causa dell’impossibile prolungamento dei prestiti da parte delle varie realtà museali e non.
Non si è trattato certo di una degna conclusione per un evento che dimostrava avere tutte le caratteristiche per poter continuare a fare parlare di sé, incrementando la curiosità anche dei meno inclini al mondo dell’arte. Fortunatamente sono riuscita a recarmi a Vicenza poco prima dell’inevitabile lockdown e sono riuscita a farmi una idea su questa esposizione.
Il ritorno in Basilica dopo la mostra di Van Gogh – tra il grano e il cielo
Onestamente non mettevo piede in Basilica da un anno e mezzo circa, ovvero da quando si è conclusa una delle esperienze più soddisfacenti e allo stesso tempo devastanti della mia carriera lavorativa: la mostra Van Gogh – tra il grano e il cielo. In sei mesi di lavoro si sono ammassati tra quelle quattro mura 446.218 visitatori paganti provenienti da tutta Italia e dall’estero… credetemi quando vi dico che al termine di tutto ciò avevo decisamente bisogno di staccare la spina!
Arrivati in piazza dei Signori ho constatato la quasi totale mancanza di gente in attesa o stipata lungo tutto il perimetro dell’edificio e ciò… mi ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo! L’accoglienza dello staff è stata sufficientemente apprezzabile e tutti mi sono sembrati disponibili e desiderosi di aiutare.
L’arte… dentro l’arte!
Quando ci rechiamo nel centro storico vicentino per assistere a queste esposizioni, spesso dimentichiamo che non stiamo osservando solo dei magnifici capolavori, ma ci troviamo anche DENTRO uno di essi, la Basilica stessa. L’architettura in puro marmo bianco di Piovene lavorato da uno dei migliori architetti del passato, Andrea Palladio, colpisce ancora oggi per l’ingegneria e per il susseguirsi ipnotico delle serliane, tuttavia la vera maestosità si trova all’interno, ovvero nella copertura lignea che ricorda una carena di nave rovesciata.
La mostra in Basilica Palladiana Ritratto di donna ha un obiettivo preciso: accompagnare il visitatore in un viaggio che racconta l’evoluzione della figura femminile, a partire dalla fine del primo dopoguerra.La situazione diventa notevolmente accattivante quando ci accorgiamo che per raccontare questa storia sono stati esposti dei materiali eterogenei (quadri, sculture, ceramiche, gioielli e abiti originali) probabilmente nell’intento di accontentare una moltitudine di gusti.
Una scelta a dir poco coraggiosa è stata quella di unire a questo vasto tema, la storia di un artista: Ubaldo Oppi. La definisco una scelta audace perché questo vicentino pur essendo uno dei protagonisti dello scenario artistico di quegli anni, nonché caro amico e collega di alcuni mostri sacri come Modigliani, Picasso e Severini è quasi del tutto sconosciuto al grande pubblico e questo può decisamente influire sulla fortuna o meno dell’evento alla Basilica Palladiana!
All’interno della mostra in Basilica Palladiana: Klimt e la donna tentatrice
La mostra in Basilica Palladiana è composta da un susseguirsi di sezioni volte ad analizzare sempre più nello specifico il mutamento della donna, a cominciare dalla visione sensuale del Secessionismo viennese. È proprio a questa fase che appartiene la “regina della festa”, il quadro che tutti gli appassionati d’arte bramano: Giuditta e Oloferne di Gustav Klimt.
Ammetto che quando ho letto qualche informazione su “Ritratto di donna” e ho scoperto che sarebbe stato esposto anche il dipinto della Galleria di Ca’ Pesaro, mi sono detta che un’opera di quel calibro può essere posizionata solo a metà del percorso, in posizione centrale. Poi è successo l’inaspettato: si sono aperte le porte scorrevoli e me la sono trovata subito lì!
Questa versione – la seconda – è manieristica nell’allungamento verticale e nella decorazione esasperata, mentre l’oro è presente solo nella decorazione del fondo. Qui, l’eroina biblica è girata di 3/4 e avanza verso sinistra con l’espressione tesa mentre le mani febbrili sono posate sulla gonna e sui capelli del capo decapitato.
Dove vedere solitamente Giuditta e Oloferne di Gustav Klimt?
La sua collocazione principale è a Venezia, presso la Galleria Internazionale d’Arte Moderna a Ca’ Pesaro. Il museo, chiuso il lunedì, si trova affacciato sul Canal Grande, tra palazzo Coccina Giunti Foscarini Giovannelli e Palazzo Correggio. Ca’ Pesaro non si occupa solo di arte moderna italiana ed europea, ma anche orientale. Nella vostra prossima visita a Venezia, non dimenticatevi di fare una bella sosta in questo edificio ricco di fascino e di storia… magari dopo un buon spritz che risveglia gli animi poetici!
Le amiche… geniali!
Nella mostra in Basilica Palladiana, tra i paesaggi fiabeschi di Casorati, un curioso disegno di Picasso – rappresentate l’amante Fernanda Olivier – calici decorati di proprietà di D’Annunzio e l’esposizione di alcuni abiti originali anni ’20 di Chanel e Cartier, ci siamo addentrati sempre di più nei meandri di una foresta talmente complessa da rispecchiare alla perfezione la complessità dell’universo femminile!
Simile astrusità è resa perfettamente manifesta nella sezione dedicata al tema del doppio, in particolare nell’opera simbolo della mostra: “Le amiche” di Oppi. Le protagoniste della scena sono due donne – fisicamente agli antipodi – che si abbracciano nella penombra, vestite con degli abiti morbidi che lasciano scoperte le spalle e le braccia. La ragazza mora si sta sporgendo verso l’orecchio della sua complice, la quale pare concentrarsi invece sull’osservatore. Non sappiamo se si stanno confidando un segreto o solo cercando di irretirci e sedurci nel loro – perverso? – gioco.
Molto strana è la presenza della statua dietro di loro, una copia dell’Amazzone di Fidia, la quale suscita un contrasto di emozioni, poiché da un lato sembra proteggere le due donne, ma dall’altro incute timore. Geniale la scelta della curatrice di ricreare questa inquietudine anche al di fuori delle tela, posizionando un busto semi distrutto della mitica cacciatrice, proprio dietro all’immagine dipinta.
Ricordando chi eravamo, chi siamo e… chi vogliamo essere
Tra una sala e l’altra della mostra in Basilica Palladiana, veniamo circondati da una moltitudine di volti femminili fisicamente diversi, eppure tutti accomunati da qualcosa di impalpabile. In ognuno di quegli sguardi trasuda una forza ferina, una voglia di indipendenza e riconoscimento; osservando i gioielli esposti e le raffinate vesti avvertiamo la vita che li ha abitati, mentre con poche pennellate possiamo sentirci complici dei loro piani di riscatto!
Al termine della visita è emersa una strana sensazione, un senso di incompiuto che lascia l’acquolina in bocca: tutte quelle donne racchiuse nel salone centrale sono parte di un racconto senza fine a cui appartengo inevitabilmente anche io! In quel loggiato ho capito che a Oppi spetta forse il merito di aver avvertito, meglio di altri, la potenzialità di queste figure, che cambiano continuamente e restano sempre le stesse.
I prossimi eventi alla Basilica Palladiana
All’interno della Basilica Palladiana vengono organizzate spesso mostre ed altre iniziative. Per rimanere aggiornati su tutti gli eventi, potete consultare il sito ufficiale.