Chi parte per un’esperienza di lavoro all’estero difficilmente poi riesce a fermarsi subito. Questo non significa che non si ami il proprio Paese, ma semplicemente che si ha il desiderio di conoscere altre culture e di arricchire il proprio curriculum personale e professionale. Fare diverse esperienze di lavoro all’estero permette di fare proprio questo. La pensa così anche Alice, autrice del blog Alis in Traveland che ha fatto diverse esperienze di lavoro all’estero e oggi ce le racconta.
Quanto tempo hai trascorso all’estero e cosa facevi?
Mentre studiavo all’università, ho deciso di andare in Spagna per imparare bene lo spagnolo e vivere tre mesi like a local in una famiglia come ragazza alla pari. Successivamente ho preso parte a uno stage di sei mesi in Perù organizzato dall’università (quando mi fu comunicato che sarei partita, mi chiusi un piede nella porta e ruppi un dito, ma furono tutte lacrime di gioia). Sono poi partita alla volta dell’Australia e della Nuova Zelanda con un working holiday visa, un visto vacanza – lavoro, che mi ha permesso di lavorare full time e viaggiare allo stesso tempo.
Cosa ti ha spinto a fare queste diverse esperienze di lavoro all’estero?
Sono sempre stata più “portata” per l’estero che per la mia patria: conoscere una cultura nuova, conversare in una lingua straniera e insomma muovermi in un Paese da me inesplorato sono la mia dipendenza. Ci sono due cose a cui non posso rinunciare nella mia vita, che si traducono in un’unica filosofia, cioè la positività: ridere e viaggiare, per questo motivo trovo sempre un’occasione per partire con il sorriso… perché insomma non vado mica in guerra, vado solo ad abbattere le barriere!
Qual è stato l’aspetto che ti è piaciuto di più del vivere all’estero?
Nella maggior parte delle esperienze a lungo termine, parto con un biglietto di sola andata: questo è l’aspetto che mi piace di più! Programmare fino a un certo punto e poi lasciarsi influenzare dalla cultura, dalle tradizioni e dalla società del luogo è la storia più bella che una persona possa vivere. Sicuramente un viaggio che porterò sempre con me è quello in Nuova Zelanda: ho lavorato per parecchi mesi ad Auckland, la città più grande di questo Paese e poi ho acquistato un van 4×4 e ho esplorato questa terra paradisiaca. Ho visto posti che mai avrei creduto; ho scalato montagne che mi hanno regalato delle viste magiche su ghiacciai, oceani e laghi verdi; ho dormito a picco sul mare; ho assistito agli spettacoli naturali dei geyser e mi sono immersa nelle sorgenti di acque sulfuree; ho mangiato ai piedi di un vulcano e ho assistito a danze maori e matrimoni indiani. Dietro a tutte queste rose ovviamente si nascondono delle spine: sono rimasta a piedi parecchie volte, ho avuto per la prima volta nella mia vita la febbre a 40, sono congelata dormendo nella regione dei fiordi, ma grazie alle persone che ho conosciuto e alla mia forza di volontà, ho vissuto un viaggio alla scoperta di emozioni e soprattutto di me stessa.
Hai incontrato delle difficoltà? Se sì, quali?
Tutte le esperienze hanno cambiato il mio modo di vivere e di vedere le cose e sarà sempre così fintanto che viaggerò. Amo i momenti “down” (non tutto scorre liscio come l’olio, sappiamo sempre che gli imprevisti accadono), magari nel momento che sorgono, li detesto, ma è grazie a questi che mi testo: mantengo la calma (sì proprio io che a volte sembro voler fare tutto e subito), ragiono sul da farsi e in men che non si dica, mi scopro cresciuta. Una volta superati questi momenti, ci rido sopra e ringrazio che siano accaduti.
Per esempio, in Perù girano molti taxi abusivi e si deve prestare attenzione al codice identificativo. Io ovviamente non lo sapevo e ogni volta fermavo il primo tizio con una macchina gialla e la scritta taxi; più vecchio e brutto era la macchina e più volevo fermarla, pensavo infatti che “grazie” a questi dettagli, l’autista mi avrebbe chiesto meno soldi! Peccato che mi sia capitato anche il “taxista” interessato a tutto, tranne che a portarmi a destinazione! Trovarsi in difficoltà è normale e a seconda del Paese in cui ci si trova, i momenti difficili possono essere più o meno gravi. Ricordiamoci però che mollare non è la soluzione, è solamente la scelta più facile, che solitamente prende la persona che non viaggia. Io amo collezionare momenti difficili, per poi raccontarli con il sorriso e la consapevolezza di chi ce l’ha fatta.
Quali competenze hai acquisito a livello personale e/o professionale?
Sono partita con un solo biglietto e una valigia e sono tornata senza quest’ultima, ma con una nuova famiglia di amici con cui ho condiviso ogni momento. Ho imparato bene alcune lingue straniere come lo spagnolo e l’inglese e tutti i miei lavori, come ragazza alla pari, cameriera, gelataia, commessa, segretaria e blogger mi hanno fatto capire che valori come l’umiltà, la sincerità, la positività e la determinazione sono fondamentali per creare un ambiente di benessere e creare un percorso professionale soddisfacente. Ho ancora tanta strada da percorrere e per adesso mi ritengo fortunata di aver vissuto tante esperienze intense e allo stesso modo diverse le une dalle altre. Non mollate mai: la salita è lunga, ma la vista sarà una goduria.
Quali raccomandazioni daresti a chi volesse intraprendere questo percorso?
Se avete meno di 30 anni, siete ancora in tempo per fare la domanda per il visto Working Holiday. Volete un mio consiglio? Fatelo! I governi hanno creato la possibilità di vivere, lavorare e viaggiare in alcuni Paesi nel mondo ed è un’occasione che va sfruttata. Immergersi in un’altra cultura e vivere una vita like a local è un’occasione che va colta al volo, non solo per mettere in gioco sé stessi, ma anche per scoprire quanti valori si celano dietro alla porta di casa. Vi renderete conto che sfidare sé stessi è l’avventura più ardua che vale veramente la pena di vivere. Siate degli esempi per chi non ha il coraggio di deviare il proprio percorso di vita.
C’è qualcos’altro che vorresti raccontare delle tue esperienze di lavoro all’estero?
Il mondo è bello perché è vario e saremo tutti d’accordo sul dire che ognuno matura inseguendo una propria esperienza di vita. Non fermatevi al primo ostacolo, indietreggiate solo per prendere la rincorsa e saltarlo. Ogni esperienza breve o lunga che sia, deve essere vissuta con intensità. In Nuova Zelanda per esempio ho fatto diversi lavori e uno di questi è stato lavorare con un carrettino dei gelati color Tiffany e vendere gelati davvero buoni. Vedere la gente che mi invitava agli street food, ai matrimoni, alle feste di compleanno e mi fermava per chiedermi i selfie (non perché fossi famosa, ma perché “lavoravo” con passione e dedizione in un ambiente di luogo chiamato felicità), un’esperienza che mi ricorderò sempre.
Se volete leggere di queste esperienze e di viaggi low cost, trovate Alice su Alis in Traveland.