Arte e amore: un viaggio alla scoperta di tre opere che parlano di amore ma non solo inteso come amore sentimentale. Curiosi di scoprirle? Andremo alla scoperta di opere di Canova, Mantegna e Hayez.

Martina

Articolo scritto da Martina Ossato, amante dell’arte in tutte le sue sfumature, diplomata in architettura e design, laureata in Beni Culturali e infine specializzata nel 2015 in Discipline Artistiche, con una tesi in economia e commercio dell’arte, presso l’Università di Verona.

San Valentino è alle porte e con esso la smania di fare colpo e di far sentire la persona amata ancora più speciale del solito! Oggi vi voglio proporre 3 opere d’arte che secondo me innalzano il concetto di “Amore” a un livello… decisamente curioso. Per non far sgarri a niente e a nessuno, prenderò in esame un’opera pittorica, una scultorea e un affresco del nostro tanto amato Bel Paese. Pronti? Allora cominciamo il nostro viaggio alla scoperta del connubio arte e amore!

Arte e amore
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Amore e arte: 3 opere in cerca di amore!

Anche quest’anno è finalmente giunta la famigerata giornata dedicata all’amore in tutte le suo molteplici sfumature! So bene che “l’amore dovrebbe essere festeggiato tutti i giorni” eppure non nego che mi diverto troppo a vedere quei poveretti che fino all’ultimo si sono imposti di non regalare nulla al rispettivo partner, ma alla fine… cedono. Sensi di colpa? Terrore puro? Qualunque sia la giustificazione, eccoli puntualmente prendere d’assalto come degli indemoniati le fiorerie o sfrecciare tra le corsie dei supermercati! … That’s Amore!

1. Francesco Hayez e l’amore “mascherato”

Ah l’Amour! La storia dell’arte è praticamente disseminata di opere che in qualche modo sono connesse a questo tema. La pittura, a mio parere, è sicuramente tra le arti il mezzo più adatto a rappresentare i sentimenti. Pennellata dopo pennellata, gli artisti sono in grado di realizzare scenografie fiabesche, momenti d’attesa e… attorcigliamenti di corpi in grado di sfidare persino la gravità! Nel 1400 in particolare, era molto in voga la produzione di tele con riferimenti amorosi, specie da parte delle nobili famiglie. Queste opere, destinate ovviamente agli ambienti privati, venivano commissionate spesso in occasione di matrimoni, come porta fortuna.

Tra gli artisti che più hanno rappresentato tematiche allegoriche-matrimoniali va certamente ricordato Tiziano Vecellio, di cui abbiamo già analizzato la sua “Amor Sacro e Amor Profano”, una tela del 1514 nata per festeggiare l’unione di Nicolò Aurelio e Laura Bagarotto.

Eppure, a mio giudizio, tra le opere pittoriche amorose degne di nota, custodite in Italia, “il bacio” di Francesco Hayez è un must.
La tela in questione (112×88 cm), custodita a Milano presso la Pinacoteca di Brera, è una delle opere più famose dell’artista veneziano, capostipite della scuola della pittura storica italiana.

Ciò che colpisce al primo sguardo è l’enorme sensualità che scaturisce dall’abbraccio dei due amanti. Questo legame appare talmente forte da annullare ogni tipo di interferenza o contrasto, specie a livello cromatico (il freddo celeste della veste della donna e i color i caldi di lui, per esempio). Dei due personaggi non riusciamo a scorgere i visi e quindi a dare un’identità precisa, poiché questo non fa parte dell’obiettivo di Hayez. La posizione di lui è molto particolare, poiché il fatto che sia stato rappresentato con il piede sinistro sul primo gradino della scalinata, fa intendere che l’uomo se ne stia andando. È forse un addio?

Opera il bacio di Hayes, tra amore e arte
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Gli abiti sono davvero molto curiosi, in quanto lei indossa delle vesti ottocentesche, mentre quelle di lui sono di foggia decisamente medievale (basti osservare il cappello alla Robin Hood). Come mai? Ebbene, nell’Ottocento raffigurare due innamorati in modo così passionale e con abiti contemporanei avrebbe creato non poco scandalo, perciò Hayez (e non solo) preferisce aggirare il problema creando delle ambientazioni… “favorevoli”.

Dal punto di vista della composizione, l’opera è costruita sfruttando la prospettiva geometrica e seguendo uno schema compositivo basato su dei calcoli proporzionali. Nonostante a primo sguardo, questa tela possa sembrare il perfetto emblema dell’amore romantico, in realtà cela un piccolo segreto… Non dobbiamo difatti dimenticare che “il bacio” è stato realizzato nel 1859, in piena seconda guerra di indipendenza!  Hayez, attraverso i colori, nasconde nella sua opera un inno all’alleanza da poco stretta tra Francia e Italia. Come? Facendo apparire i due innamorati come le personificazioni dei 2 Stati: il ragazzo difatti è vestito con i colori della bandiera italiana, mentre le vesti azzurre della donna, unite al bianco e rosso di lui, rappresentano quella francese.

2. Mantegna e l’amore famigliare

Per trovare un affresco che sia un inno alla famiglia e quindi all’amore, dobbiamo lasciare Milano per dirigerci verso Mantova, all’interno di Castel San Giorgio. Qui, si nasconde una delle decorazioni più spettacolari di sempre: l’affresco della Camera degli Sposi, realizzato da Andrea Mantegna.

La camera degli sposi oggi si presenta come uno spazio vuoto e pressoché cubico, eppure dobbiamo immaginare che un tempo questo luogo ospitava la camera da letto di Ludovico II Gonzaga. Mantegna in questo luogo riesce a “sfondare” illusionisticamente due pareti contigue e la volta, tramite un uso spettacolare della prospettiva. L’impressione che ne scaturisce è quella di trovarsi in un loggiato circondato dall’intera corte dei Gonzaga.

Arte e amore_Mantegna
Photo Credit: Martina Ossato

Nella camera le uniche architetture esenti dall’illusione pittorica e perciò realmente esistenti sono le cornici del camino e delle porte! Mantegna ha avuto l’ardire di suddividere le pareti della camera con una finta architettura costituita da paraste poggianti su un comune basamento. Sopra quest’ultimo elemento infine si estende una sorta di zoccolo marmoreo dal quale si diramano dei veri peducci che insieme confluiscono in un poetico oculo centrale dipinto sul soffitto.

Qui, Mantegna rappresenta un cielo azzurro, luminoso e punteggiato da alcune nuvole “puffose”. Dallo squarcio sul soffitto si affacciano dei putti divertiti, delle dame di compagnia e un pavone. Impossibile non rimanere con il naso all’insù e con la bocca aperta per la meraviglia! La prospettiva lascia davvero senza fiato. Nelle pareti sono infine dipinti dei tendoni che impediscono di scorgere cosa sta succedendo dietro di loro, ad eccezione dei muri a nord e ad ovest, dove sembra si stia svolgendo un avvenimento molto importante.

Mantegna
Photo Credit: Martina Ossato

Ciò che viene effettivamente celebrato in questa camera è la nomina a cardinale di Francesco Gonzaga, figlio di Ludovico. Ciò che mi ha fin da subito suscitato tenerezza difronte a questo affresco, è il fatto che venga rappresentata tutta la famiglia del marchese di Mantova, in atteggiamenti molto naturali: la moglie Barbara di Brandeburgo mentre ascolta la figlia appoggiata alle sue gambe, Ludovico che tiene per mano la sorella minore, che a sua volta stringe quella di un’altra sorella e così via. Ho sempre trovato questa opera rinascimentale come un vero esempio di modernità!

3. Canova e l’abbandono ai sentimenti

Ma passiamo ora a un altro mezzo artistico, capace di dare grande soddisfazione nel connubio tra arte e amore: la scultura. Tra tutti gli scultori della storia dell’arte, Canova e Rodin a mio avviso, sono coloro che hanno avuto il coraggio di realizzare con marmo e gesso ciò che, fino a quel momento si era riuscito a fare solo con l’utilizzo della tela! Dato che mi sono ripromessa di parlare solo di opere italiane, la preferenza ricade ovviamente su Antonio Canova, di cui abbiamo già analizzato “Amore e Psiche”, un po’ di tempo fa.

Oltre alla già menzionata opera canoviana, lo scultore veneto ci ha lasciato un altro piccolo gioiello legato alla tematica sentimentale: Adone incoronato da Venere, il cui gesso non levigato si trova a Possagno. Secondo le fonti giunte fino a noi, l’opera venne commissionata dal re di Polonia, il quale tuttavia si ritrovò senza mezzi per poter tradurre l’opera dal suo stato “embrionale” a quello marmoreo. La scultura della Gypsotheca risulta essere perciò davvero speciale in quanto di tratta di un pezzo unico e irripetibile!

Arte e Amore_Adone di Canova
Photo Credit: Martina Ossato

I protagonisti di questo blocco sono la dea Venere e il suo giovane amato Adone. Secondo la mitologia, Venere, punta involontariamente da una delle frecce di Cupido, perde decisamente la testa per Adone, un ragazzo nato da un amore incestuoso, noto per il suo amore per la caccia. La loro liaison purtroppo viene messa tragicamente a rischio proprio a causa della passione del suo amante, il quale un giorno viene ferito mortalmente da un cinghiale. Zeus impietosito dalla morte del ragazzo e dalla sofferenza di Venere, permise ad Adone di rimanere negli inferi solo una parte dell’anno e di tornare dalla sua amata in primavera e in estate, con un corpo sempre più bello e vigoroso. Ahhhh, il lieto fine!

In questa prova in gesso realizzata da Canova nel 1789, i due colombelli sono rappresentati proprio durante uno dei loro incontri estivi. Ciò che colpisce l’attenzione dell’osservatore è la poetica armonia dei corpi: le braccia dei due difatti si chiudono ad arco, mentre reggono una coroncina di fiori. Adone è seduto e guarda con sollievo la dea che si poggia mollemente sulle sue ginocchia. I corpi sono ovviamente nudi, secondo i dettami canonici, eppure non si avverte nessun tipo di malizia o ti turbamento. Come in gran parte dei capolavori canoviani, anche qui è possibile vedere l’opera a 360 gradi, come era usanza nei salotti del Settecento.

Particolare statua Canova
Photo Credit Martina Ossato

Eccoci ormai giunti alla fine di questo nostro piccolo viaggio sentimentale! Queste ovviamente sono solo alcune delle mie preferenze sull’argomento ma… che mi dite di voi? Quale opera d’arte vi fa battere il cuore?

Al nostro prossimo incontro e … come sempre: Viva l’amore!